(di Chiara Venuto)
(ANSA) - ROMA, 27 LUG - Si conferma il doppio primato
dell'Italia per patrimonio dell'umanità. Il Belpaese ora conta
60 siti riconosciuti dall'Unesco, rimanendo al primo posto sia
per il numero totale di iscrizioni che per patrimoni di tipo
culturale, oggi 54 con la Via Appia.
Il primo riconoscimento al nostro Paese arrivò nel 1979. Fu
premiata l'unicità delle decine di migliaia di figure nelle
incisioni rupestri in Val Camonica, in provincia di Brescia. Poi
arrivò il turno della chiesa e il convento di Santa Maria delle
Grazie di Milano, dove si trova l'Ultima Cena di Leonardo da
Vinci. E, a seguire, un fiume di altre opere e località fino al
sito che ha preceduto la via Appia, ovvero le Grotte Carsiche
dell'Appennino settentrionale, in Emilia-Romagna, entrate in
lista nel 2023.
Nella lista italiana tanti i centri storici. Per l'Unesco
sono patrimonio quello di Roma, Firenze, Napoli. Ma anche Siena,
Urbino, San Gimignano e Pienza, per citarne solo alcuni. E non
mancano certo le incredibili aree archeologiche di Pompei,
Ercolano e Torre Annunziata. Per non parlare di Ferrara e il suo
delta del Po, e pure le città tardo barocche del Val di Noto, in
Sicilia, ricostruite in gusto tardo-barocco dopo il sisma del
1693. Siti che si trovano in tutta Italia: dalle linee
ferroviarie dell'Albula e del Bernina tra Thusis (Svizzera) e
Tirano (Lombardia), fino alla perfezione del Castel del Monte
nelle Murge settentrionali, in Puglia, che ciascuno di noi fino
a qualche tempo fa portava in tasca sul retro delle monetine da
1 centesimo.
Ma da un grande potere, come può essere la maggiore
attrattività turistica, derivano grandi responsabilità. L'Unesco
ha anche un altro elenco, una sorta di 'black list', con i siti
che sono riconosciuti come patrimonio ma che ora si trovano in
pericolo. Posti per la conservazione dei quali sono necessarie
maggiori azioni di tutela, che sia per il rischio di estinzione
di specie animali o vegetali, per i conflitti armati, lo
sviluppo umano incontrollato oppure la poca manutenzione.
L'inserimento non è altro che una forma di protezione, con
l'obiettivo di aumentare la consapevolezza degli Stati sulle
azioni da intraprendere per la tutela del territorio. Venezia ha
rischiato di rientrare in questa lista nera più volte - come nel
2019, 2021 e 2023 - 'salvandosi' sempre. Tra i motivi di
preoccupazione, l'annosa questione delle grandi navi e quella
dell'innalzamento del livello del mare.
Intanto, comunque, il nostro Paese conta 32 candidature per
nuove iscrizioni nei patrimoni. Dalla domanda della Cittadella
di Alessandria a quella transnazionale per le cartiere d'Europa,
inviata lo scorso aprile, a cui partecipiamo con Pescia
(Toscana). E tra i siti che attendono risposte non si possono
certo dimenticare Orvieto e l'isola dell'Asinara. (ANSA).
Dalle incisioni in Valcamonica alle Grotte Carsiche
Poi il Cenacolo di Leonardo, Roma, Pompei: il primato italiano