(ANSA) - PISA, 29 LUG - All'inizio del VI millennio a.C.
Esaminando una serie di reperti archeologici con tecniche
avanzate di analisi chimica e mineralogica, i ricercatori
italo-spagnoli hanno individuato la presenza di cinabro in vari
manufatti del sito. Un ritrovamento che suggerisce un utilizzo
di questo particolare minerale come pigmento. Lo studio dei
depositi di cinabro presenti nella penisola suggerisce che
questa sostanza venisse estratta da depositi situati a notevoli
distanze da La Marmotta, indicando una rete di scambi e commerci
ben sviluppata, in cui materie prime, idee e tradizioni venivano
condivise tra le diverse aree della penisola.
"La scoperta dell'uso del cinabro in questo contesto è
particolarmente significativa perché il cinabro è un minerale
tossico che richiede una gestione e un trattamento particolari -
spiega Cristiana Petrinelli Pannocchia del Dipartimento di
civiltà e forme del Sapere dell'Università di Pisa -. Oltre a
ciò, l'uso del cinabro a La Marmotta riflette un significativo
aspetto culturale e simbolico delle società neolitiche. Il
pigmento rosso, ottenuto dal cinabro, è infatti spesso associato
a pratiche rituali e cerimoniali. Questo uso simbolico del
cinabro potrebbe indicare una complessa struttura sociale e
spirituale tra le popolazioni neolitiche della regione".
Per la ricercatrice pisana "la datazione che siamo riusciti a
stabilire attraverso i reperti del sito de La Marmotta ci
permette di arretrare l'uso del cinabro in Italia all'inizio del
VI millennio a.C., ridefinendo così la cronologia dell'uso di
questo pigmento nel Mediterraneo occidentale". ;I dettagli della
scoperta sono stati inseriti in un articolo pubblicato sulla
rivista Quaternary Science Reviews. (ANSA).
Archeologia, scoperta più antica testimonianza uso rosso cinabro
Studio condotto dall'Ateneo Pisa, con Cnr Pisa e Csic Barcellona