Cultura

In mostra foto di Berengo Gardin per le linee veloci Marazzi

Scatti inediti a 50 anni dal brevetto della monocottura rapida

Redazione Ansa

(ANSA) - SASSUOLO, 12 SET - Una mostra fotografica di Gianni Berengo Gardin celebra i cinquant'anni del rivoluzionario brevetto della monocottura rapida, vero e proprio salto tecnologico nel settore ceramico firmato Marazzi, azienda leader nella produzione. Per la prima volta una selezione di scatti inediti realizzati nel '77 da Berengo Gardin, chiamato dall'azienda a documentare le nuove linee 'veloci', è presentata al pubblico, rivelando un approccio unico e innovativo alla fotografia industriale dell'epoca: opere a colori dove, come in un vortice, i decori e le forme si rincorrono nella velocità della loro realizzazione.
    L'esposizione è in programma fino al 3 novembre nelle Sale della Musica, degli Incanti e dei Sogni di Palazzo Ducale a Sassuolo, parte del patrimonio di Gallerie Estensi.
    Il fotografo si trovò immerso in un ambiente pulito, efficiente, dal sapore internazionale, di cui lo affascinava soprattutto la velocità produttiva e quel nastro trasportatore dove colori, forme, disegni sembravano mescolarsi in un vortice: il soggetto del progetto diventò dunque quasi subito per lui il ritmo colorato della produzione, molto diverso da altri contesti industriali in cui aveva operato.
    La mostra presenta una selezione di 42 opere tratte da questa serie, in cui spicca non soltanto l'uso del colore, così raro nella produzione di Berengo Gardin, ma anche un altro elemento inaspettato, come afferma la curatrice Alessandra Mauro: "abbandona la giusta distanza del fotografo sociale, quella che da sempre lui utilizza per ritrarre le persone, si avvicina agli ingranaggi e realizza una serie di visioni macro per un racconto quasi astratto fatto di elementi isolati, di forme dinamiche, di strisce di colore che girano e si perdono, di mani sapienti che si muovono sui nastri". "Sono grato alla Marazzi - dice l'artista - per avermi lasciato libero di realizzare fotografie come queste, astratte, che anticipano in qualche modo un approccio concettuale inusuale a quell'epoca nella foto industriale in cui, in genere, veniva richiesto una documentazione più oggettiva, documentaria, del prodotto. Una festa per gli occhi e, per me, un lavoro molto originale".
    (ANSA).
   

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