Cultura

'Materia. Forma del Tempo', una 'biblioteca' di 5.000 vasi

Al Museo Egizio esposti in gigantesche vetrine

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 04 OTT - Apre all'Egizio la mostra "Materia.
    Forma del tempo" con una biblioteca di quasi 5. 000 vasi, provenienti dai depositi del museo e mai esposti prima. Sarà un nuovo allestimento permanente con settecento metri quadrati, distribuiti su due piani, che custodiscono complessivamente circa 6 mila reperti provenienti dai depositi del museo.
    "Materia. Forma del tempo" è realizzata con la curatela scientifica di 9 egittologi del museo - Johannes Auenmüller, Divina Centore, Federica Facchetti, Enrico Ferraris, Alessandro Girardi, Eleonora Mander, Tommaso Montonati, Cinzia Soddu, Federica Ugliano - e i progetti di allestimento e grafico di Enrico Barbero e Piera Luisolo.
    I vasi saranno esposti su tre pareti della sala Terracotta in gigantesche vetrine che coprono l'intera parete fino al soffitto.
    "L'allestimento rappresenta un cambio di passo ontologico del Museo: amplia, infatti, la prospettiva museologica della nostra istituzione da puramente egittologica ad una archeologica contemporanea. In quest'ottica il Museo Egizio intende porre al primo posto la materialità, il contesto di provenienza e le funzioni degli oggetti per ricostruirne una biografia approfondita. Abbiamo voluto superare gli storici paradigmi di ricerca ed esposizione, come ad esempio la tipologia ceramica, per mostrare in che modo lo studio di questa classe di materiali possa dare risposte più complesse. Il Museo si pone così all'avanguardia nell'ambito della ricerca archeologica.
    Ringraziamo tutti coloro che ci stanno sostenendo, moralmente e concretamente in questo percorso così importante per il nostro museo" spiegano la presidente del Museo Egizio, Evelina Christillin e il direttore, Christian Greco.
    'Materia. Forma del tempo' nasce sulla scia della mostra del Museo Egizio 'Archeologia Invisibile' che, a cavallo tra il 2019 e il 2020, ha puntato l'attenzione del visitatore sul crescente peso dell'archeometria nello studio delle collezioni e sulla possibilità di interrogare i reperti in un contesto allargato e multidisciplinare. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it