Cultura

A Pollenza si recupera l'abbazia di Santa Maria di Rambona

Sisma, diocesi di Macerata ha affidato i lavori per il progetto

Redazione Ansa

(ANSA) - POLLENZA, 18 OTT - Affidato il progetto per il recupero dell'abbazia di Santa Maria di Rambona in Pollenza, in provincia di Macerata, danneggiata dal terremoto del 2016. Lo staff dei progettisti, coordinato dal professor Mauro Saracco - fa sapere la locale diocesi - ha effettuato il rilievo geometrico dell'intero complesso edilizio, costituito dalla cripta, dalla villa e dalla ex aula carolingia. E lo ha interfacciandosi con i tre enti proprietari dell'abbazia, rispettivamente la parrocchia Santa Maria Assunta, l'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e la stessa diocesi di Macerata.
    "La progettazione - spiega il clero - viene condotta in maniera unitaria, benché tali macro elementi seguiranno diversi canali di finanziamento, da una parte in ricostruzione privata e dall'altra in ricostruzione pubblica". Intanto, sono state svolte nuove indagini conoscitive propedeutiche alla progettazione, secondo quanto autorizzato dalla Soprintendenza, a livello geologico, geotecnico e sismico. E sono state eseguite anche le prove strutturali da parte del restauratore. Nel 2023, per far fronte al degrado delle coperture, la diocesi aveva condotto un intervento di messa in sicurezza, così da scongiurare il pericolo di infiltrazioni.
    Lo staff tecnico ha preso anche in esame la complessa mole di documentazione afferente agli interventi condotti sull'edificio religioso negli ultimi 50 anni, durante i quali sono state eseguite opere strutturali, architettoniche, di restauro e una articolata campagna di scavi archeologici.
    "Tenuto conto delle risultanze di tutti questi studi preliminari - ha spiegato il vescovo di Macerata, monsignor Nazzareno Marconi - nello scorso mese di settembre le proprietà, coordinate dalla diocesi di Macerata, hanno affidato ai progettisti le linee guida per il recupero funzionale dell'intero complesso, sintetizzando i molteplici stimoli pervenuti dal territorio con le diverse esigenze di culto, pastorali e culturali, nella convinzione che soltanto una visione unitaria e di lungo termine potrà restituire a questo luogo il ruolo che merita". (ANSA).
   

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