Cultura

Alighiero Boetti, uno e molteplice in mostra

L'artista visionario all'Accademia Nazionale di San Luca

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 29 OTT - "Alighiero Boetti amava ripetere la frase 'felici coincidenze' a indicare che la vita non è qualcosa di preordinato, ma un succedersi continuo di eventi. Proprio come questa mostra, l'ultimo suo progetto testamentario, in continuo mutamento che si attiva e si riattiva coinvolgendo il visitatore". Così il curatore Marco Tirelli alla presentazione della mostra 'Alighiero e Boetti. Raddoppiare dimezzando', che l'Accademia Nazionale di San Luca a Roma ospita dal 30 ottobre al 15 febbraio 2025.
    "La mostra è un viaggio artistico, mentale, immaginario, un vortice di opere che crea tanti mondi possibili, tanti viaggi possibili - prosegue il curatore -. È un insieme di opere basate sul tema dell'uno e del molteplice, sul mettere in gioco il mondo, dove le opere diventano viaggiatrici". L'esposizione, curata da Tirelli e concepita insieme a Caterina Boetti, presidente della Fondazione Alighiero e Boetti, è dedicata a uno degli artisti più visionari, rivoluzionari e influenti del XX secolo in occasione del trentennale della scomparsa.
    Il percorso espositivo si snoda attraverso gli spazi di Palazzo Carpegna, con le colossali opere allestite nel Salone d'Onore ('Opera postale'), nella Sala bianca ('Gemelli', fotomontaggio fotografico, 'Storia naturale della moltiplicazione' e l'installazione 'Io che prendo il sole a Torino') e con un autoritratto in bronzo sotto il porticato borrominiano in dialogo con le architetture del Palazzo. La mostra non si limita a esporre opere - immagini, francobolli, buste e lettere ripetute all'infinito - ma diventa un'esperienza immersiva, in cui lo spettatore è invitato a riflettere sul rapporto tra l'uno e il molteplice, sui temi del doppio e sul dialogo visivo con le opere in un gioco che amplifica il concetto di 'raddoppiare dimezzando'.
    La mostra celebra la memoria di Alighiero Boetti e racconta perfettamente lo spirito artistico del suo pensiero. "Quello di Alighiero Boetti è un naufragio come progetto - conclude il curatore Marco Tirelli - in cui l'artista intenzionalmente entra in progetti che non portano a nulla perché nessuna sua opera si esaurisce in se stessa, nel suo corpo fisico o nella data in cui è stata realizzata, ma apre sempre a un nuovo senso". (ANSA).
   

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