(ANSA) - ROMA, 22 NOV - Lo sguardo impaziente, la bocca
socchiusa, la mano che stringe una lettera e quel gesto quasi
improvviso, con l'altra, quasi a impartire un ordine fuori dalla
tela. Monsignor Maffeo Barberini, capolavoro di Caravaggio, mai
esposto prima al pubblico, torna a casa e si mostra per la prima
volta in tutta la sua sorprendente bellezza.
"E' il dipinto di Caravaggio che tutti volevano vedere da anni.
Non è mai stato esposto, prestato, oggetto di mostre", non esita
a dire il direttore delle Gallerie nazionali di arte antica,
Thomas Clement Salomon, che firma la curatela insieme a Paola
Nicita.
"Un evento epocale: Maffeo Barberini torna a casa - incalza il
direttore generale dei Musei del Mic, Massimo Osanna - Ci poteva
riuscire solo Salomona".
Quanto all'opera, racconta Nicita, "non è un dipinto ritrovato,
è noto dagli anni '60, ma da allora era stato visto solo da
cinque-sei specialisti. Senza contare -aggiunge - che i ritratti
di Caravaggio sono rarissimi, alcuni sono andati perduti, altri
non sono mai stati rintracciati". Qui, il monsignore è ritratto
nei suoi trent'anni, con una berretta e abito talare sui toni
del verde, sopra una veste bianca plissettata. In primo piano,
un rotolo di documenti appoggiato alla poltrona, in quei
contrasti tra chiaro e scuro e nelle linee diagonali della
figura, che sono le cifre dell'autografia del Merisi. Ma oltre
la meraviglia, l'esposizione è anche l'occasione per sciogliere
alcuni "nodi". "Innanzitutto, la datazione - spiega - E poi la
provenienza". (ANSA).
Caravaggio "svelato", Maffeo Barberini torna "a casa"
Opera esposta per la prima volta in assoluto a Palazzo Barberini