Cultura

Simongini, 'il Futurismo non è di destra né di sinistra'

Nessun taglio al budget, abbiamo toccato qualche caro orticello

Redazione Ansa

(di Francesca Chiri) (ANSA) - ROMA, 02 DIC - "Nella mia ottica non c'è alcuna volontà di legare il Futurismo alla destra o alla sinistra, perché sarebbe ingiusto nei confronti di artisti così grandi e geniali. Il Futurismo è di tutti gli italiani, è orgoglio della creatività italiana nel mondo e questa mostra non ha alcun intento ideologico o politico, al di là di qualche dichiarazione iniziale". Raffaele Simongini, curatore della mostra Il Tempo del Futurismo alla Gnam-C di Roma, arriva stanco delle polemiche all'inaugurazione dell'esposizione, che era stata fortemente voluta dall'ex ministro Sangiuliano coadiuvato, in quanto presidente del Maxxi, dall'attuale titolare del Mic, Alessandro Giuli.
    "Marinetti pagava i giornalisti per parlare male delle mostre futuriste: noi abbiamo avuta tanta pubblicità gratis.
    Ringraziamo tutti, a Marinetti sarebbe piaciuto tantissimo", scherza il critico che ci tiene a spiegare le ragioni per le quali sono sorte molte delle polemiche attorno alla mostra. E anche qui prende in prestito le parole dell'artista: "Marinetti ha inventato le parole in libertà ed io, fino ad ora, ne ho sentite tante". E dunque. Primo: le scelte fatte sulle opere in mostra non sono affatto il risultato di un taglio del budget che "è sempre lo stesso, ed è pubblico: 1,5 milioni di euro, Iva compresa, stanziati dal Mic. Poi si è aggiunto un contributo, anche questo trasparente, degli sponsor".
    E quindi, "tutte le polemiche sul numero delle opere dipendono dal fatto che una mostra complessa come questa in corso d'opera viene modificata: ci eravamo accorti che esporre 700 o 800 opere sarebbe stato insostenibile per il visitatore".
    E quindi si è deciso un taglio del numero dei quadri che ha "privilegiato i capolavori più importanti e, soprattutto, i musei. Questa è una mostra che sceglie e presenta tutto il meglio dei musei italiani che ci hanno sostenuto con grande entusiasmo: abbiamo circa 20 opere dal Museo del 900, altri 20 dal Mart di Rovereto. Nessuno ha negato i prestiti. Poi ci sono alcuni prestiti internazionali. In genere sono state scelte le opere più significative per il percorso".
    Perché allora tante discussioni? "Il Futurismo nel mercato è diventato un business, bisogna prestare grande attenzione, perché per molti mercanti, galleristi e colleghi storici dell'arte il Futurismo è diventato quello. E quando vai a toccare l'orticello di qualcuno, questo si adira. Io modestamente non faccio autentiche sul Futursimo, sono immune ad interessi di mercato e questo dà fastidio a molti".
    Resta il fatto che alcune persone che erano state coinvolte nell'organizzazione della mostra e poi, allontanate, hanno adito le vie legali. "Su questo sarebbe giusto che rispondessero il direttore generale del Mic Osanna e la direttrice della Gnam-C Mazzantini: non competono a me i contratti. Ma diciamo che nel corso del tempo si sono manifestate delle criticità sulle loro posizioni professionali personali. Non voglio entrare in queste questioni personali e visto che loro hanno avviato iniziative nei confronti del Mic, questo verrà appurato. Ma - aggiunge Simongini - c'è chi, e non faccio nomi, ha avuto problemi 5 anni fa in una mostra in Sicilia, per cui sono state sequestrate delle opere e quattro de Chirico, tuttora dichiarati falsi dalla Fondazione de Chirico. E questo imbarazza tantissimo. Ma questo è un caso e potrei fare un elenco: ad esempio c'è anche un'altra persona di cui sono state messe in dubbio alcune autentiche di quadri di Boccioni. O ancora, solo quattro mesi fa ne è saltata fuori un'altra con il sequestro di opere per la mostra di Baldessari al Mart di Rovereto".
    Infine c'è il ruolo della Galleria Russo: "Tramite Fabrizio Russo abbiamo avuto otto opere, ma la cosa fondamentale è che la Galleria non presta nessuna opera sua: lui ha solo fatto da intermediario per alcuni collezionisti molto importanti che in passato avevano acquistato da lui e che vogliono mantenere l'anonimato. Russo non ha guadagnato niente, è stato generoso, le opere esposte - ripete - non sono sue". (ANSA).
   

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