(ANSA) - JESI, 06 DIC - E' una esplosione di energie
compresse, un percorso fra i fermenti artistici del vitale
periodo tra la fine della seconda guerra mondiale e l'inizio dei
favolosi anni Sessanta, quella in mostra nelle Sale di Palazzo
Bisaccioni a Jesi (Ancona) fino al 5 maggio: 45 autori per
altrettante opere che si offrono allo sguardo dei visitatori
nell'esposizione "La libera maniera. Arte astratta e informale
nelle collezioni Intesa Sanpaolo", organizzata e promossa da
Intesa San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, e
Fondazione Ivan Bruschi, in sinergia con Gallerie d'Italia.
Tanti i capolavori in esposizione, tra cui opere di grandi
maestri come Alberto Burri, Lucio Fontana, Emilio Vedova, Carla
Accardi, Afro Basaldella e Renato Birolli.
Curata da Marco Bazzini, la mostra offre una panoramica sul
periodo in cui il Paese venne ricostruito per lasciarsi alle
spalle le rovine materiali delle città, delle economia e della
società civile. 15 anni di grandi fermenti intellettuali, in cui
l'urgenza della creazione mostrò direzioni inedite, una
"rottura" di civiltà che costrinse a ripensare il mondo come
qualcosa di altro da quanto conosciuto in precedenza.
""La libera maniera" attinge allo sterminato patrimonio d'arte
delle collezioni di Intesa San Paolo (un tesoro di oltre 40mila
opere disseminate in tutta Italia, tra esse 4mila d'arte
contemporanea) e si concentra in particolare sull'arte astratta
e informale, che contribuì a ridefinire il panorama artistico
italiano, lasciandosi alle spalle le restrizioni imposte dal
Fascismo e dalla guerra.
Nel percorso tra le sale, si inizia con personalità come Alberto
Magnelli e il marchigiano Corrado Cagli che in quegli anni
rientrarono in Italia dopo l'esilio. Sono anni in cui gli
artisti si aprono a una libertà espressiva fatta di tante e
differenti maniere, a partire dalla sensibilità polimaterica di
Alberto Burri o dalle nuove dimensioni spaziali indagate da
Lucio Fontana e con lui da un nutrito gruppo di giovani tra cui
presenti a Jesi le opere di Edmondo Bacci, Gino Morandis,
Tancredi Parmeggiani, Cesare Peverelli e Gianni Dova.
Si prosegue con Carla Accardi, Achille Perilli e Antonio
Sanfilippo (esponenti del Gruppo Forma di Roma), Emilio Vedova,
le cromie di Afro Basaldella e Mario Nanni, gli esponenti del
Movimento Arte Concreta formatosi a Milano come Gillo Dorfles,
Bruno Munari, Atanasio Soldati, Gianni Monnet. E poi, ancora,
Renato Birolli, Ennio Morlotti e Antonio Corpora, e gli autori
che scrutano l'universo atomico come avviene in Enrico Baj,
Guido Biasi e Mario Persico. Anche le artiste prendono parte a
questa nuova dimensione con una sensibilità fortemente autonoma,
oltre ad Accardi sono esposte opere di Carol Rama, Renata Boero,
Regina, Paola Levi Montalcini e una giovanissima Grazia Varisco.
La mostra di Jesi, ad ingresso gratuito, resta aperta dal lunedì
alla domenica, ore 9,30-13 e 15,30-19,30. (ANSA).
A Jesi "La libera maniera" con 45 maestri informale
In mostra Fontana, Burri e opere da collezioni Intesa Sanpaolo