Cultura

Morto il critico Gianni Rondolino

Fu fondatore del Torino Film Festival, aveva 84 anni

Redazione Ansa

 E' morto a Torino, a 84 anni, il critico e studioso di cinema Gianni Rondolino, il 'papà' del Festival Cinema Giovani, divenuto negli anni, il Torino Film Festival. Ma anche il 'papà' adottivo di buona parte del mondo del cinema torinese e non solo, nato dai tanti studenti del suo corso di 'Storia del Cinema' all'Università di Torino. Un corso che per decenni è stato sold out, anche per via di un passa parola tra i giovanissimi amanti della settima arte.

Chi voleva studiare il cinema, ma anche per diventare cineasta, attore, critico, montatore, tecnico o cos'altro, sentiva di dover passare da Rondolino. Anche per questo il suo 'Manuale di Storia del Cinema' (Utet, 800 pagine) resta conosciuto come il 'Rondolone'. Ma di libri il 'professor' Rondolino, come lo chiamavano gli amici e collaboratori, ne ha scritti tanti. Tra gli altri, una 'Storia del cinema di animazione' e 'I giorni di Cabiria' sul cinema muto torinese. E' stato per anni critico cinematografico a La Stampa.
"Aveva il pallino di volersi fare capire da tutti, talvolta ripeteva e ripeteva gli stessi concetti con il desiderio che gli studenti capissero cosa voleva dire", ricorda Steve Della Casa, suo studente e oggi tra i più noti critici italiani. "Di Gianni colpivano due cose - continua Della Casa -: la capacità di stanare le nuove leve, come fece nell'82 quando convocò me, Alberto Barbera e Roberto Turigliatto, per fondare il Festival Giovani, e la curiosità intellettuale infinita. Avrebbe potuto fare il 'barone' universitario dopo una vita da docente, invece si è circondato tutta la vita di giovani ed esordienti".
Rondolino lascia la amata moglie Lina, e il figlio politologo e scrittore Fabrizio. Aveva invece perso tre anni fa il suo secondo figlio, Nicola, per un problema al cuore. Da allora la sua salute aveva cominciato a vacillare.
I funerali si terranno martedì mattina nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, vicina a casa sua e dove spesso si recava per la messa.
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it