Due anni fa una triste notizia scuoteva il mondo di Hollywood: la morte prematura di Robin Williams, 63 anni. Era l'11 agosto del 2014.
L'attimo fuggente (1989) di Peter Weir fu la vera occasione per mettersi in mostra nel ruolo, questa volta, di un insegnante anticonformista arricchendo il suo curriculum di un'ulteriore nomination all'Oscar. E dopo Risvegli (1990) di Penny Marshall, arrivò un altro Golden Globe per il suo ruolo in La leggenda del Re Pescatore (1991) di Terry Gilliam, ovviamente accompagnata dalla nomination all'Oscar.
Arricchiranno il suo curriculum Steven Spielberg, Barry Levinson, Kenneth Branagh, ma soprattutto le sue attività di doppiatore, in particolar modo dopo aver prestato la voce del Genio di Aladdin (1992), ricevendo un Golden Globe speciale.
Nel 2007 indossò l'abito talare per interpretare un prete nel film Licenza di matrimonio. Nello stesso anno comparve anche nel cast della toccante storia di La musica nel cuore - August Rush con Jonathan Rhys-Meyers.
Nel 2010 fa coppia con John Travolta nella commedia Disney Daddy Sitter e in seguito lo vedremo nei panni di Dwight Eisenhower in The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca.
Williams era considerato il pagliaccio ribelle di Hollywood. Una sorta di Gianburrasca del cinema americano. Ma in fondo era un uomo fragile, spesso vittima di una depressione che lo ha portato alla morte, nell'agosto 2014, all'età di 63 anni.
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