Humour, ironia e toni surreali, sono le strade di In bici senza sella, la commedia ad episodi, diretta da sette registi, sul tema del precariato. Partito da un'idea di Alessandro Giuggioli, attore che ha lavorato a lungo all'estero, e finanziato anche con il crowdfunding, il film ha gia' attirato l'attenzione, fra gli altri, del Guardian e del Financial Times ed ha da poco vinto il premio come miglior film del Toronto Independent Film Award. Ora debutta alla Festa del Cinema di Roma in Alice nella citta', con un'uscita in sala fissata per il 3 novembre con Zenit. Per il film si e' attivato anche un sostenitore d'eccezione come Colin Firth, con clip ad hoc, come questa che proponiamo in esclusiva, di un finto provino.
Giuggioli, che e' anche cognato del Premio Oscar., classe 1981, interprete fra gli altri, di Me and Orson Welles, Magnifica presenza e il remake di Ben-Hur, Giuggioli spiega che il progetto "nasce quattro anni fa, dopo il mio ritorno in Italia da Londra. Per superare quel muro di gomma che impedisce a chi non e' conosciuto di fare un proprio film, ho coinvolto attori e registi di grande talento e ho lanciato l'idea di 'In bici senza sella', realizzando i diversi episodi via via, ogni volta che si trovavano i fondi". Il tema "ci accomuna tutti, la mancanza di lavoro e il precariato. Lo raccontiamo in maniera ironica e senza piangerci addosso". Nel film si mescolano originalita' e citazioni cinefile: in 'Santo Graal' di Giovanni Battista Origo, due svuotacantine (Edoardo Pesce e Alberto di Stasio) si ritrovano con la prospettiva di una vita eterna. 'I precari della notte' di Sole Tonnini e Gianluca Mangiasciutti immaginano una versione 'sdrucita' della banda protagonista nel film di Walter Hill. 'Curriculum vitae' di Matteo Giancaspro con Flavio Domenici e Francesco Montanari e' sulla 'nuova carriera' per un laureato troppo qualificato. In 'Crisalide' di Cristian Iezzi e Chiara de Marchis, Emanuela Mascherini e' la travolgente 'Crisalide' che deve nascondere la sua gravidanza sul lavoro. 'Il parassita' di Francesco Dafano, con Giuggioli e Ciro Scalera, rende omaggio a Keaton e Tati, in una storia poetica quasi muta. Infine in 'Il posto fisso' di Sole Tonnini, due disoccupati (Michele Bevilacqua e Luca Scapparone) hanno un'alternativa a una vita di colloqui.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it