Con BlacKkKlansman di Spike Lee, passato in concorso al Festival di Cannes e accolto con applausi, arriva sulla Croisette uno dei film più attesi e dal cuore politico della rassegna. La storia di Ron Stallworth (John David Washington e Adam Driver allo stesso tempo), il poliziotto afroamericano che negli anni 70 si infiltrò nel Ku Klux Klan di Colorado Springs e, ingannando il Grand Wizard David Duke (Topher Grace), riuscì a salire di grado fino ai vertici locali.
Un tema attuale e forte grazie anche alla rinnovata visibilità del Klan sulla scia della manifestazione di Charlottesville, della scorsa estate, che ha visto una vittima: l'antirazzista 32enne Heather Heyer. E così, non a caso, il film non solo si chiude con immagini di repertorio di quella tragedia, ma uscirà negli States il 10 agosto, a un anno esatto dall'inizio del processo al ventenne James Fields Jr. che con la sua auto si è schiantato sulla manifestazione antirazzista uccidendo la Heyer. La sceneggiatura di Charlie Wachtel, David Rabinowitz, Kevin Willmont e Spike Lee è basata sul libro autobiografico dello stesso Stallworth. Nel suo stile, divertente, lucido e militante, il regista di Fa' la cosa giusta racconta la storia di Ron Stallworth, ma giocandoci su. Facendo così interpretare dal nero Washington la figura di Stallworth, il quale, dopo aver preso contatti telefonici con il Ku Klux Klan, si serve, come alter ego di rappresentanza, del collega bianco Flipp Zimmerman (Driver) l'unico presentabile al Klan.
In BlacKkKlansman mille battute sulla cultura della supremazia bianca, sulla retorica della negritudine come razza inferiore e, per contrasto, il movimento parallelo dei Black Panther. Di fatto in sala sono prevalse su tutto le risate, anche quando è comparso Donald Trump che negava in tv che a Charlottesville ci fossero davvero nazisti a manifestare.
Risate anche per il motto più volte ripetuto dagli aderenti del Ku Klux Klan "America first", lo stesso usato dal Presidente degli Stati Uniti in campagna elettorale. Il film si chiude appunto con gli scontri di Charlottesville e con la più che simbolica, in negativo, bandiera americana rovesciata.
Per chi vede nello stile di Spike Lee solo una commedia, il regista si è difeso così in una intervista:""Le persone hanno ancora difficoltà a capire la differenza tra umorismo e commedia, non faccio commedia, nessuno scivola su una buccia di banana [nei miei film] e puoi avere momenti divertenti che trattano argomenti molto seri. perché hai un umorismo che farà ridere la gente non significa che sia una commedia".
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