ROMA - Un'ex magistrato che lotta contro l'Alzheimer, al quale sta cedendo parti della sua vita. E' Carla, interpretata da Catherine Spaak nel film La vacanza di Enrico Iannaccone, presentato in Panorama Italia ad Alice nella città e in sala a marzo 2020 con Adler Entertainment. Il film ruota intorno al legame immediato e profondo che si crea, durante una 'gita' di qualche giorno al mare, in autunno, fra la protagonista e Valerio (Antonio Folletto), giovane proprietario di uno stabilimento balneare, che lotta con un disturbo bipolare.
"Non giravo un film da diversi anni, le proposte che ho ricevuto erano tutte molto banali: nonne, mamme, nessuna originalità o ricerca di qualcosa non ovvio - spiega Catherine Spaak in conferenza stampa -. Preferivo lasciare un buon ricordo, piuttosto che un brutto personaggio. Quando è arrivato Enrico e ho letto la sceneggiatura, sono stata onorata. E' veramente un ruolo straordinario, gli sono grata per avermelo offerto". Il film, prodotto da Mad Entertainment e Big Sur con Rai Cinema, svela pian piano il perché di quella breve vacanza e il ruolo di un conoscenza comune, Anneke (Veruschka); il racconto pesca nel passato di Valerio e nel presente di Carla, che sa comprendere e placare la rabbia e il dolore del giovane uomo. Nel cast, fra gli altri, anche Carla Signoris, nel ruolo della cognata di Carla. La storia "nasce da un forte interesse che ho nel vedere come diversi squilibri possano danzare fra loro con grande eleganza - spiega il regista, qui alla sua opera seconda -. Il succo qui è nel rapporto tra Valerio e Carla, e nel modo in cui affrontano le loro battaglie".
A Catherine Spaak è servito, nel costruire il ruolo, "aver conosciuto persone che stavano perdendo la memoria e il senso della realtà. Mi è capitato di visitarle più volte in case di riposo per anziani, molto prima che mi arrivasse la proposta di questo film. Allora mi sono fatta moltissime domande, ad esempio come reagissero vedendo i loro cari, venuti a trovarli, andare via. E' un pensiero che mi ha riportato a quando ero bambina, in collegio, alla sensazione di disperazione e dolore che provavo vedendo andar via mia madre. Ma in realtà negli occhi di quegli anziani non ho trovato gli stessi sentimenti, erano tranquilli, molto sereni. La nostra idea di quello che possono provare è spesso completamente diversa dalla realtà". Per Folletto "il lavoro è stato anche molto fisico, basato su quello che sentiva Valerio, il disagio che lo attraversa, dallo stomaco alla gola. Poi con Catherine è venuta fuori una grande complicità". Carla Signoris racconta Michela come "un personaggio assolutamente positivo nell'approccio con la malattia. Carla le ha fatto in qualche modo da madre, ed ora è lei a fare da madre a una donna che si sta allontanando dalla vita, mi ritrovo in lei - spiega -. Con Catherine è scattato subito un bel legame, ci siamo trovate e riconosciute".
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