Cultura

Comedians, Salvatores e sei personaggi in cerca di luce

Piece di Griffiths portata a teatro nel 1985 dal 10/6 al cinema

Redazione Ansa

 Altro che risate, piuttosto tanta pioggia, fotografia che inclina al bianco e nero e un vero e proprio 'Carnage' di comici dilettanti pronti a tutto per un posto al sole. E questo dopo un corso di stand-up comedy, diretto da Natalino Balasso, che potrebbe significare per loro un'agenzia e un contratto. COMEDIANS, ultimo film di Gabriele Salvatores, in sala dal 10 giugno con 01 in 250 copie, è un film pieno di malinconia che fa pensare, sorridere, anche nel segno del tempo che passa, almeno per il regista premio Oscar per Mediterraneo. "Col passare del tempo le caramelle nel sacchetto diminuiscono e scopri che non vale più la pena di perdere tempo e fare cose a cui non credi davvero. Scegli di stare così con le persone che più ti piacciono e anche, se è il caso, di riproporre al cinema una piece come Comedians, tratta da Trevor Griffhits, che avevo già fatto nel 1985 a teatro a Milano (con attori allora sconosciuti come Paolo Rossi, Silvio Orlando e Claudio Bisio), ma di cui solo più tardi ho scoperto il dark side malinconico". Così Salvatores nel presentare COMEDIANS, film con un grande Christian De Sica nei panni del cinico esaminatore-agente e con un cast straordinario composto da Ale e Franz, Marco Bonadei, Walter Leonardi, Riccardo Maranzana, Giulio Pranno, Vincenzo Zampa, Demetra Bellina e Aram Kian.
Quando arriva la gran sera, per i sei comici in cerca di luce il dilemma è: seguire le indicazioni del loro insegnante che vuole una comicità pungente e poco politicamente corretta o quelle più furbe e ciniche dell'esaminatore? E a proposito di politicamente corretto, spiega Salvatores: "È rischioso, se viene usato male. Ad esempio il #MeToo è un'istanza giusta che sta diventando ridicola. Pensando poi al cinema, il politically correct ha portato ad un incremento di film con attori neri, addirittura all'obbligo", aggiunge riferendosi ai nuovi criteri adottati dall'Academy Awards per promuovere la diversità a Hollywood. "E' una questione di equilibrio. Certo, bisogna stare attenti e non fare battute infelici sui neri. Il confine è sottilissimo e va considerato, ma è veramente ridicolo pensare che oggi sui set di Hollywood ci sia la presenza del Gender Manager".
E a chi gli chiede come mai non ci siano donne tra gli aspiranti comici di COMEDIANS, sottolinea: "Volevo mettere in scena il testo di Trevor Griffiths fedelmente e, ahimè, lì non c'erano le donne. Rimedierò però col mio prossimo film su Casanova (ispirato a Il ritorno di Casanova di Arthur Schnitzler), dove ce ne saranno tantissime!". Dal regista premio Oscar anche il rischio calcolato di uscire in sala in un periodo così difficile: "Ho voluto accettare questa sfida anche per affermare che il cinema comunque va avanti. Le sale, secondo me, non chiuderanno mai. È importante per due ore non essere per forza interattivi, a casa tua è diverso non riesci mai davvero sul divano a tenere la realtà fuori dalla porta".
Ma si può davvero ridere di tutto, anche di cose terribili? Per Franz è una questione di sensibilità ("Noi non scherziamo per esempio sulle malattie. La nostra è stata una scelta naturale"), per Ale sono più importanti le intenzioni delle parole, per Natalino Balasso c'è sempre meno gente che capisce l'ironia, mentre Christian De Sica scompiglia le carte ricordando come la comicità non abbia limiti: "Pensate - dice - che Alberto Sordi in Piccola posta faceva ridere suonando lo xilofono sulle teste delle vecchiette. Adesso sarebbe impensabile". (ANSA).

   

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