Dietro i nove film italiani al Festival di Cannes che battono bandiera Rai Cinema c'è, oltre il talento, una strategia editoriale con un occhio alla politica economica, come spiega all'ANSA l'amministratore delegato Paolo Del Brocco.
"Al di là di Nanni Moretti in concorso con TRE PIANI e il film di Marco Bellocchio, MARX PUÒ ASPETTARE, abbiamo poi due grandi coproduzioni europee come THE STORY OF MY WIFE di Ildikó Enyedi e il nuovo film di Bruno Dumont, FRANCE .
Nonostante la velocità del quotidiano bisogna trovare un senso condiviso, penso a film come FUTURA".
E ancora Del Brocco: "Credo siano importanti nei film i sentimenti, un buon lavoro deve acchiappare la pancia, o anche temi che determinano un dibattito: se si parla di un film vuol dire che si è colto nel segno. E - aggiunge - oggi per il servizio pubblico in un mondo sempre più globalizzato e con colossi streaming che investono tra i nove ai venti miliardi l'anno, è importante l'identitarietà, il local. Un servizio pubblico deve essere identitario e lavorare anche nel local, cosa che crea lavoro, maestranze, reddito e fiscalità. Molte volte le serie globalizzate sono puro intrattenimento, cosa senz'altro giusta, ma dopo un po' neppure te le ricordi.
Diversa, per fare solo un esempio, LE INDAGINI DI LOLITA LOBOSCO, una serie girata nella Bari vecchia dove la gente si riconosce e che ha fatto straordinari ascolti".
Tra le altre opere di Rai Cinema che approderanno a Cannes nella Quinzaine des Réalisateurs, oltre FUTURA di Pietro Marcello, Francesco Munzi e Alice Rohrwacher e RE GRANCHIO di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, c'è anche A CHIARA di Jonas Carpignano, mentre nella Semaine de la Critique troviamo PICCOLO CORPO diretto da Laura Samani. (ANSA).
Cannes: Del Brocco, contano identità e politica economica
L'ad Rai Cinema commenta i nove film approdati al festival