Cultura

Cannes: 50/50, 'parità non passi di moda'

Campagna CharactHer su mestieri cinema fuori da clichè genere

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 13 LUG - Nel 2018 lo storico red carpet di 82 donne del cinema, attorno alla presidente della giuria Cate Blanchett e alla regista Agnès Varda, lasciò il segno. Era l'avvio pubblico del collettivo 50/50 per la parità di genere al cinema, e un imput ben preciso al festival di Cannes di aprire alle nuove istanze. Tre anni dopo il festival è stato elogiato dall'organizzazione per i "progressi" sull'uguaglianza di genere nell'industria cinematografica. "Non vogliamo sia una moda passeggera che dopo il #MeToo e il caso Weinstein le parole parità, diversità, lotta alla violenza di genere si siano sentite così tanto. Non bisogna allentare la guardia", ha detto ad Afp Sandrine Brauer, co-presidente del collettivo. "Purtroppo oggi ci sentiamo un po' soli", ha aggiunto. Nel 2020 150 festival firmarono una carta e tra i nuovi regolamenti, almeno in Francia, c'è un principio di quote femminili per far emergere le professionalità. Tra l'altro France Télévisions deve rispettare un 30% di registe nei progetti di fiction.
    E' stata lanciata anche con la commissione europea la campagna CharactHer, con una raccolta di video che mettono in evidenza le professioni cinematografiche e audiovisive, tra cui 12 donne ispiratrici che sfidano gli stereotipi. Obiettivo dichiarato: rompere gli stereotipi sui mestieri presumibilmente riservati agli uomini e incoraggiare le giovani donne a rivolgersi a mestieri a cui non avrebbero pensato in primo luogo. "Le donne possono fare qualsiasi cosa!", si legge sul sito di CharactHer.
    (ANSA).
   

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