Cultura

Venezia: Guzzanti, viaggio in palazzo occupato a Roma

Ducu a Giornate autori. 'Vorrei lo vedessero Meloni o Calenda'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 05 SET - Quattrocentocinquanta persone indigenti, con 180 famiglie di 25 nazionalità diverse, distribuite in sette piani: sono gli occupanti del Palazzo di Santa croce in Gerusalemme nel quartiere dell'Esquilino a Roma; una realtà raccontata da Sabina Guzzanti in Spin Time - Che fatica la democrazia! che debutta alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nelle Giornate Degli Autori/Notti veneziane, per arrivare poi in sala dal 16 settembre con Wanted Cinema.
    Il palazzo di 17 mila mq, occupato dal 2013, famoso per l'intervento nel 2019 dell'Elemosiniere del papa, il Cardinal Konrad Krajewski, che ruppe i sigilli per riattaccare la luce quando era stata staccata, si è aperto nei due piani sotterranei anche alla cultura e alla formazione, con le iniziative all'insegna dell'interazione e del dialogo, organizzate, non senza difficoltà, dal collettivo Spin time. "Io sono arrivata nel palazzo proprio quando gli avevano staccato la luce - spiega all'ANSA l'attrice, autrice e regista -. C'era stata la richiesta a personaggi dello spettacolo di intervenire per dare la propria solidarietà. Io ero andata e il giorno dopo c'è stato il 'miracolo' della luce che è tornata ed ho pensato fosse un segno . Così ho iniziato a filmare". A Sabina Guzzanti piacerebbe che "Giorgia Meloni, Salvini, la Raggi, il Messaggero, Calenda, tutti quelli che attaccano con violenza questa realtà vedessero il documentario. Sarei curiosa di sapere cosa ne pensano. Difendere la legalità non può avere come alternativa buttare queste persone in mezzo alla strada". Il dibattito sul destino del palazzo è tornato a inizio estate dopo la presentazione nello stabile dei candidati alle primarie del Pd per le elezioni a Roma: "le richieste di sgombero sono panzane vili, perché nessuno di quelli che lo invoca sarebbe in grado di gestire una situazione così, non saprebbero dove mettere queste persone". In Spin time, "si parla anche delle criticità dell'occupazione. Ma dietro questo spazio ci sono principi solidi di solidarietà e accoglienza di tutte le differenze, una valorizzazione della libertà d'espressione sicuramente maggiore di quella che trovi in televisione".
    (ANSA).
   

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