Di armi e di eroi, di cavalieri e scudieri, di battaglie e di danze, la Guerra dei Cento Anni e i feudi francesi, l'epoca della cavalleria francese torna al cinema con un kolossal visivamente potente con scenografie, duelli, costumi che sono una gioia per gli occhi: The Last Duel di Ridley Scott, oggi Fuori Concorso a Venezia 78 (in sala con Disney dal 14 ottobre), non è però solo un classico film epico medievale, ma molto di più. Scritto, interpretato e prodotto da Matt Damon e Ben Affleck (e altri), tratto dal romanzo di Eric Jager del 2004, racconta una storia vera ma non a caso diventa film oggi.
"Immagino che vedere questo film genererà molta empatia tra il pubblico, e catarsi. E' un film femminista sotto tanti aspetti, io stesso mi considero femminista e con orgoglio pensiamo a far conoscere questa storia vera accaduta nella Francia del 1380 ma incredibilmente moderna" dice Affleck a Venezia insieme alla compagna Jennifer Lopez, un ritorno di fiamma dopo 20 anni che li ha messi al top dei più paparazzati dell'estate. Affleck è di nuovo in coppia anche con Matt Damon: i due giovani, belli, talentuosi si erano portati a casa (un monolocale spartanissimo aveva raccontato Damon a luglio a Cannes) l'Oscar per la sceneggiatura originale di Will Hunting - Genio Ribelle nel '90 e insieme hanno prodotto e scritto questo film. "Ma abbiamo affidato il terzo capitolo del film - dice Damon - ad una donna, Nicole Holofcener". La cosa interessante sta proprio lì: l'ambientazione con guerra di conquista, scene di corte, vita cavalleresca resta fissa, ma la storia dell'incontro dei protagonisti e la dinamica della violenza sessuale viene replicata tre volte con piccole sfumature per far capire i diversi punti di vista di Jean-Matt Damon e Le Gris-Adam Driver e Marguerite-Jodie Comer, le percezioni della realtà e dunque lo stupro si o no e a Jodie Comer il compito interpretativo di far capire queste 'sfumature' pur su uno stesso testo. "In quel tempo la donna era proprietà degli uomini, del padre prima e del marito poi, la violenza era frequente anche tra i nobili ma bisognava tacere altrimenti si rischiava la vita, ripescare nel tempo di questa storia senza forzature, perché è tutto documentato, è davvero interessante e ci fa capire - aggiunge Affleck - come tante cose non sono ancora cambiate e le situazioni si ripetono". Tutta la sceneggiatura, nella parte per Marguerite, "è stata scritta da un punto di vista femminista ma senza forzature, sapevamo come questa esperienza è figlia della stagione del #MeToo - spiega la Holofcener - ma il bello è che è tutto vero". Affleck pensa che il pubblico avrà "compassione. E' stato importante e interessante raccontare una storia che non fosse solo un atto d'accusa contro una persona cattiva ma che indicasse l'antecedente culturale che l'Europa e i paesi colonizzati dai paesi europei condividono, ossia che la donna era oggetto di proprietà privata. Molti aspetti del patriarcato formale e codificato dell'Europa occidentale sono arrivati a noi". Sir Ridley Scott, di cui si attende con impazienza The House of Gucci con Lady Gaga e Adam Driver, si vanta di "cambiare spesso genere, mi mancherebbe il western e il musical, ma se parlo di epoche la mia passione è proprio sul XIV secolo, io stesso dal 1982 vivo in una casa del 1360 nel Surrey", conclude il regista del Gladiatore. Le location mozzafiato, con i castelli più maestosi e meglio conservati, sono in Francia mentre la natura è quella dell'Irlanda.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it