In I'M YOUR MAN di Maria Schrader all'inizio è davvero difficile distinguere chi è il robot. Perché se Tom (interpretato da Dan Stevens della serie DOWNTON ABBEY) è presentato subito come un androide sperimentale e ha dunque le sue legittime legnosità, Alma Felser (Maren Eggert), quella umana, di empatia ne ha davvero poca.
Da quando si è separata dal suo compagno la donna ormai vive sola e sembra stare in pace con se stessa. E anche per quanto riguarda il suo lavoro c'è poco da stare allegri: è un'affidabile ricercatrice scientifica al Museo Pergamon di Berlino.
Questi i due personaggi principali del film che sarà distribuito in Italia da Koch Media a partire dal 14 ottobre.
Già candidato dalla Germania agli Oscar e trionfatore ai German Film Awards, I'M YOUR MAN nonostante ricalchi un genere molto utilizzato al cinema, alla fine non manca di fascino e comunque apre ad alcune riflessioni.
Il fatto è che l'androide Tom, totalmente programmato con un algoritmo per far felice Alma, inizialmente di sbagli ne fa tanti, ma solo perché troppo perfetto. Atmosfere romantiche, candele e brindisi al chiaro di luna e tutta una serie di cose che pur dovevano essere nell'immaginario di Alma. Una volta diventate reali invece non hanno alcuna efficacia su questa studiosa di scrittura cuneiforme che, anche grazie al suo team, si è guadagnata una grande reputazione e si è prestata a questo esperimento della durata di tre settimane.
Ma essere una macchina ha i suoi vantaggi. Oltre a mostrare capacità da Wikipedia, Tom impara dagli sbagli che fa anche con Alma ovviamente.
E, a differenza degli umani, li corregge scoprendo, e facendoci scoprire, che a volte si amano negli altri più le imperfezioni che le virtù.
"Alma - spiega la regista - difende i principi dell'amore romantico, dell'indipendenza e del cosiddetto libero arbitrio.
Ai suoi occhi, Tom è una macchina creata per soddisfare i suoi bisogni, non una vera controparte, perciò vede in lui un'illusione vuota. Ma poi questa donna mette a nudo i paradossi del desiderio umano. Quando si parla del cosiddetto 'partner perfetto' cosa significa davvero? Un partner che analizza i nostri bisogni e desideri in modo così preciso da poterli soddisfare prima ancora di averli formulati noi stessi?".
E ancora l'attrice e regista tedesca Maria Schrader nata ad Hannover nel 1965: " Il fatto che Alma si innamori comunque di Tom la pone davanti a un problema irrisolvibile. Ragione ed emozione si intrecciano contraddicendosi. Eppure sembra, almeno per un po', davvero felice. Allora qual è la differenza tra 'l'amore' e un algoritmo complesso? Non ci adattiamo alle esigenze dei nostri partner anche nelle relazioni tradizionali? Cosa c'è di 'reale' nelle relazioni, e quanto viene appreso, adattato e programmato?".
I'm Your Man, quando l'amore è robotico
In sala film tedesco di Maria Schrader candidato a Oscar