Cultura

Cinema: quanta letteratura nella NY di Un anno con Salinger

Sigourney Weaver e Margaret Qualley nel film di Falardeau

Redazione Ansa

Già al Festival di Berlino 2020, UN ANNO CON SALINGER (MY SALINGER YEAR), in sala con Academy Two dall'11 novembre, racconta il mondo letterario di New York degli anni Novanta con umorismo e dolcezza. A firma di Philippe Falardeau, regista candidato all'Oscar per 'Monsieur Lazhar' e tratto dal romanzo UN ANNO CON SALINGER di Joanna Rakoff (Neri Pozza) il film ha come protagoniste la candidata all'Oscar Sigourney Weaver e Margaret Qualley, vista recentemente nell'ultimo film di Tarantino, C'ERA UNA VOLTA A… HOLLYWOOD e protagonista di MAID. Ci troviamo nella New York degli anni Novanta (anche se tutto è stato girato a Montreal). Qui, dopo aver lasciato l'università per seguire il sogno di diventare scrittrice, Joanna (Qualley) viene assunta come assistente di Margaret (Weaver), l'inflessibile agente letteraria di J.D. Salinger, schivo autore di un classico leggendario: IL GIOVANE HOLDEN. Il suo compito è quello di passare in rassegna l'enorme mole di lettere indirizzate al romanziere da tutto il mondo. Ma davanti alle parole emozionate dei fan, avviene un piccolo miracolo: Joanna si rifiuta di rispondere con l'impersonale lettera standard imposta dall'agenzia. E così, di nascosto dagli occhi severi di Margaret, la ragazza comincia a personalizzare le risposte con conseguenze imprevedibili, appassionanti, comiche e toccanti. La New York degli anni Novanta che si vede nel film "sembra più vicina a noi di quanto si immagini - ha spiegato il regista canadese a Berlino -. Il fatto è che con i computer e il digitale che stavano iniziando a conquistare tutti la parola scritta era ancora importante, così come parlare al telefono e dal vivo. Oggi invece contano solo i messaggi. Credo insomma che tanta gente possa identificarsi in questa storia di vent'anni fa, come potrà farlo tra vent'anni". Margaret Qualley, che veste i panni di Joanna, ha sottolineato: "E' stato facile. Avevo come base sia il libro che la conoscenza della vera Joanna con la quale potevo parlare quando volevo. Anche io poi a 16 anni mi sono trasferita da una piccola cittadina a New York per inseguire i miei sogni, ho vissuto un'esperienza simile, un cambiamento deciso di vita". Sigourney Weaver ha fatto notare di non essersi ispirata a 'Una donna in carriera' di Mike Nichols: "Ho solo amato il fatto che il film fosse una sorta lettera d'amore per il vecchio mondo letterario di New York, che forse ancora esiste da qualche parte. E' stato emozionante muoversi tra scaffali di chi ha rappresentato Agatha Christie o Francis Scott Fitzgerald, autori e miti come loro. Nella giovane Joanna il mio personaggio - ha detto ancora l'attrice - ritrova forse qualcosa di sé. Anche se i suoi erano sicuramente tempi più difficili e la sua ambizione e spregiudicatezza era più grande".

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