- Far scorrere la vita quotidiana, il lavoro, momenti di divertimento, shopping, ma anche di preghiera, tra il pericolo apparentemente dormiente ma sempre presente del Vesuvio e dell'area dei Campi Flegrei (il campo vulcanico attivo da più di 80.000 anni situato ad ovest di Napoli, che include comuni come Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano e parte del capoluogo).
Qui "i macro protagonisti sono i due vulcani, tutti i personaggi che incontriamo ci avvicinano costantemente a loro - spiega all'ANSA Troilo -. Napoli è sempre un bacino enorme di ricchezza umana da raccontare. Stavolta l'idea è nata dall'aver letto con Matteo Billi, coautore del soggetto, un articolo sul pericolo e l'alto numero di morti che potrebbe esserci con un'eruzione del Vesuvio. Avevamo inizialmente pensato a girare un mockumentary su un'immaginaria messa in atto del piano di evacuazione dopo l'eruzione. Però appena arrivati ci siamo resi conto di come la realtà fosse molto più forte della fantasia: infatti non solo stavano facendo, proprio in quel periodo, una macro prova di evacuazione in quelle zone, con tanto di comparse, ma abbiamo scoperto storie vere molto più interessanti da raccontare". Così Troilo ci immerge in una mappa di tante vite e attività, tutte a pochi km dalle due aree vulcaniche. Si va da una clinica ostetrica al canale privato Tv Paradise che si popola quando arrivano in concerto le star neomelodiche; dalla pirotecnica Vesuvio, all'elegante sartoria Panico; da una scuola di ballo con signore che vivono il pericolo dell'eruzione con ironia o distaccata rassegnazione, al centro commerciale 'Vulcano buono', o il Teatro San Carlo di Napoli, passando per le case dello psicomago Goblin che pensa di avere un contatto con le energie sotterranee; della sensitiva novantenne madame Luigia, che predice via pendolino una prossima eruzione tra 15 anni, e del contadino Ciro, che pur avendo assistito all'ultima eruzione del Vesuvio nel 1944, vive con la compagna in una baracca sul fondo del cratere di Agnano e non si staccherebbe mai dalla sua terra, dove coltiva friarielli. Racconti punteggiati da un tappeto di suoni e musiche (firmate da Pietro Santangelo) che rendono il 'respiro' dei vulcani' sempre presente (anche per gli stormi sismici ricorrenti), Mentre il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo oltre a raccontare gli scenari di possibili nuove eruzioni nelle due aree (che comprendono oltre un milione di persone), sottolinea le criticità del piano di evacuazione e una sostanziale sottovalutazione del pericolo.
"Le riprese sono durate due anni e a un certo punto abbiamo deciso di fermarci, perché le storie continuavano a saltare fuori - spiega il regista, già autore di film non fiction come Le ninfee di Monet e Frida, viva la vida -. Pensando a personaggi come Goblin, Ciro e madame Luigia, secondo me racchiudono e simboleggiano bene la voglia e la necessità di convivere con i vulcani. I vari racconti racchiudono il dover rendere quella presenza un motore attivo di estrema vitalità ed energia". L'idea di base del film "era creare una rete di percezioni che riflettessero l'effetto della presenza dei vulcani; volevamo lasciarci raccontare più che andare lì con tesi preconfezionate".
Vesuvio è il primo dei tre progetti di Troilo in arrivo quest'anno: ad aprile esordirà in sala, con Vision Distribution (anche coproduttore con Italian International Film e Sky) Power of Rome, con Edoardo Leo, originale racconto della capitale come teatro della storia del mondo, tra morti e rinascite, e in autunno dovrebbe debuttare il docufilm su Borromini, sempre prima in sala e poi su Sky.
Vesuvio, quando la vita scorre tra due vulcani
Il documentario di Troilo in sala da 14 a 16 marzo poi su Sky