Una parola, CODA, acronimo di Children of Deaf Adults, figlio udente di genitori sordi, e' diventata improvvisamente familiare alla notte degli Oscar. E' il titolo del film che ha fatto la storia, vincendo (era uno dei due favoriti tra i 10 titoli in nomination), la statuetta per il miglior film e anche gli altri due premi per cui era candidato: il migliore attore non protagonista, andato aTroy Kotsu, il primo attore sordo ad aver mai vinto e alla regista Sian Heder per la migliore sceneggiatura non originale.
Il film subito dopo il debutto al Sundance 2021 fece impazzire il pubblico, scatenando una guerra di offerte tra Amazon, Netflix e gli altri. Apple Studio se lo aggiudicò per la cifra record di 25 milioni di dollari. E questa notte ha portato a casa la soddisfazione del suo primo Oscar per il miglior film. Al festival fondato da Robert Redford tra le montagne dello Utah, vinse i quattro premi principali del concorso Drama e da lì è cominciata la sua ascesa, proseguita ai Bafta e ai Sag. In Italia è stato trasmesso da Sky lunedì 21 marzo ed è in streaming su NOW.
Sull'onda dei tre Oscar arriva anche in sala, distribuito da Eagle, da giovedì 31 marzo.
Il trio di personaggi sordi al centro della storia e' interpretato da attori sordi, che sono cosi' eloquenti nella loro espressione che abbiamo a malapena bisogno di sottotitoli o altri caratteri per tradurre. "Il vero problema che abbiamo e' che queste storie vengono raccontate cosi' di rado, che quando lo sono, c'e' questa pressione ad essere la rappresentazione di tutti. La mia speranza invece e' che raccontando questa storia si raccontino altre storie ", ha detto la regista Sian Heder. L''esigenza primaria per la cineasta, era evitare nel racconto ogni stereotipo o preconcetto sulle persone sorde: "Per questo mi sono circondata di consulenti mentre scrivevo la sceneggiatura, sia 'Coda', sia appartenenti alla comunita' sorda. Poi due artiste, Alexandria Wailes and Anne Tomasetti, anche loro non udenti, mi hanno affiancato per verificare il corretto uso nelle scene della lingua dei segni e il modo nel quale stavamo rappresentando la comunita' sorda, che volevo fosse il piu' realistico possibile - sottolinea Heder -. Ad esempio mostriamo Jacki e Frank Rossi come una coppia appassionata che vive appieno anche la propria sessualita' . Volevo che oltre allo humour e alla complessita' del racconto, ogni personaggio risultasse vero e tridimensionale, in pregi e difetti".
Coda, il film sui sordi rompe tabù e vince l'Oscar
In sala dal 31 marzo, indie e oltre gli stereotipi fa la storia