Cultura

Lillo e Greg, siamo noi Gli idoli delle donne

In sala 14/4. Guzzanti boss della droga "ispirato a Bergoglio"

Redazione Ansa

ROMA - E se un aitante, bellissimo, gigolò con lo sguardo tenebroso di Francesco Arca, abituato da sempre a non sforzarsi troppo (neanche di intelletto) per conquistare una donna, a causa di un incidente e qualche complicazione si svegliasse nel corpo e nei tratti di Lillo? Parte da qui "Gli idoli delle donne", nuova commedia di Lillo e Greg, al cinema dal 14 aprile, per una regia a sei mani firmata insieme a Eros Puglielli. "L'idea - racconta Lillo - è che se nasci non bellissimo devi per forza puntare su altre qualità. Già da adolescente con le ragazze io ho sempre cercato di farle ridere. Era l'unico modo. Il guaio è che poi continuavano a ridere anche dopo, nell'intimità".

Nel film - prodotto da Lucky Red in collaborazione con Vision Distribution, Sky e Prime Video - il suo Filippo disperato e sempre meno richiesto, si rivolge all'unica persona in grado di insegnargli a soddisfare le donne puntando su sensualità e dialettica piuttosto che sul corpo: Max (Greg), il più grande e ambito gigolò di sempre, ritiratosi misteriosamente dal giro. Tra gag e rovinose lezioni, Filippo finisce per conquistare una giovane e bella colombiana di nome Juanita (Maryna), che però è figlia di due pericolosissimi narcotrafficanti: Joaquim e Maria, ovvero Ilaria Spada e Corrado Guzzanti, che dopo il mafioso creato per il suo "Recital" teatrale", ora veste panni e machete di un irresistibile quanto improbabile boss dalla parlata ispanica. "A chi mi sono ispirato? Con il massimo rispetto - sorride lui - sono partito da Papa Bergoglio. Ho iniziato imitandolo, poi, per carità, ho abbandonato".

"Nella vita siamo molto amici e da sempre ci dicevamo che avremmo voluto lavorare insieme - prosegue a raccontare Lillo - Il 99% di quello che gli vedete fare è opera sua. Ha 'guzzantinizzato' il personaggio". Ma come si dirige un film a sei mani? "In realtà - raccontano i due protagonisti - in un film ci sono due parti: la messa in scena teatrale e quella visiva. Noi siamo abituati alla prima perché abbiamo portato tanti spettacoli in palcoscenico, Eros alla seconda perché ha diretto tanti bellissimi film". "Lillo e Greg - racconta Puglielli - sono i miei eroi da anni. Fare una regia con loro è un po' come stare a casa. Il film poi è pieno di citazioni". E anche di trovate dalla risata "sicura", dallo scambio di persone all'auricolare malandrino che finisce per suggerire di tutto e trasformare una cena romantica in tragedia. "Io e il guru della seduzione? Come lui anche io mi ritiro spesso in solitaria - racconta Greg - In genere leggo, ascolto musica, suono, medito. Da un certo momento anagrafico in poi, si comincia a ragionare sulla propria presenza sul pianeta. E ultimamente mi sono legato a correnti come la wikka e i neopagani". "Io invece - sospira Lillo - mi butto sull'amatriciana". Con due personaggi popolari come loro, la commedia punta anche a riportare il pubblico e i giovanissimi nelle sale cinematografiche, ancora troppo spesso vuote. La causa, ricostruisce il produttore Andrea Occhipinti, "non sono le piattaforme, ma la pandemia e una certa politica un po' terroristica che si è fatto in Italia". "Forse - aggiunge Lillo - il pubblico ha dimenticato quanto sia importante la condivisione di un film in sala. Si pensa: poi me lo vedo a casa. Ma ridere da soli non sarà mai come ridere con gli altri".

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