Un western "contemporaneo e fluviale, che nasce da decine di ore di testimonianze che ho raccolto lungo il Po, nel periodo in cui vivevo a Bologna. Da queste storie di guardie ecologiche e pescatori, è nata l'idea di creare un racconto di genere su un paesaggio che è scomparso da qualche anno dal cinema italiano, su un'Italia dimenticata". Così Michele Vannucci racconta all'ANSA Delta, con protagonisti Luigi Lo Cascio e Alessandro Borghi, prodotto da Matteo Rovere (Groenlandia) e Giovanni Pompili (Kino Produzioni) con Rai Cinema. E' per Vannucci l'opera seconda (dopo Il più grande sogno del 2016 che aveva esordito al Lido) e debutterà in Piazza Grande nella 75/a edizione del Locarno Film Festival ( 3 - 13 agosto) del quale il direttore Giona Nazzaro ha offerto alcune anticipazioni. Nel film, il delta del Po è il teatro di uno scontro tra bracconieri e pescatori, che ha al centro Osso (Luigi Lo Cascio), deciso a difendere il fiume dalla pesca indiscriminata, ed Elia (Alessandro Borghi), che in questa terra è nato. "Sono elettrizzato dal poter riuscire a fare una proiezione in piazza Grande dopo due anni di lockdown. Per me il cinema è un'arte sociale. Così è stato Il più grande sogno (ambientato nella periferia romana, con Mirko Frezza, la cui vita ha ispirato il film, e Alessandro Borghi) e così è Delta. E' lo storytelling di un comunità che deve vivere di fronte al pubblico". Un mondo "che hanno già raccontato registi straordinari come Antonioni. L'idea di tornare in quei paesaggi, "diventati un po' terra di nessuno, mi ha aperto all'idea di creare un racconto di genere". E' "la storia di due comunità, incarnate da Alessandro e Luigi a confronto con ciò che hanno dentro, con la propria natura. C'è un rapporto tra paesaggio e individui che porta alla scoperta di se'". Parlando nelle interviste "con le persone che vivono là, non cercavo la cronaca ma volevo capire perché ci fosse quel sentimento profondo di appartenenza al fiume". Dal raccontare quei paesaggi "nasce la possibilità di tutelarli, di viverli, da conoscerli. E' una storia di frontiera, per questo l'idea del western". Per il film Vannucci ha rinnovato il sodalizio con Borghi: "festeggiamo quest'anno dieci anni di amicizia, aveva già recitato nel mio saggio di diploma al Centro sperimentale e poi in il Più grande sogno". Accanto a lui c'è Luigi Lo Cascio: "ho pensato a loro perché il film è il racconto di questo conflitto che tutti abbiamo dentro, tra istinto e ragionevolezza, tra qualcosa di più legato alla natura e tutti i comportamenti che ci hanno permesso di creare questo mondo nel quotidiano. Luigi e Alessandro sono due attori generosissimi, molto diversi tra loro. Il personaggio più istintivo di Elia, è nato su Alessandro, che ha seguito il lavoro sul film per anni, mentre quando ho pensato a qualcuno che incarnasse la ragionevolezza in un mondo nel quale viviamo dei conflitti comunitari forti ho pensato subito a Luigi". Con il film "racconto un'Italia - conclude Vannucci - che cerca di essere migliore, di non soccombere ai propri istinti".
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