Cultura

Cecilia Strada, porterei haters, politici a soccorso migranti

Al lido per giuria Bookciak azione!, Ucraina? Cala attenzione

Redazione Ansa

Quando "mi trovo su una nave di soccorso per i migranti non vorrei avere con me i miei amici, ma gli haters che mi scrivono sui social o i vari ministri e politici che hanno parlato di chiudere i porti. Sono convinta che quando ti trovi fuori da Facebook e guardi in faccia queste donne, uomini e bambini si cambia idea". Lo dice all'ANSA Cecilia Strada arrivata alla Mostra del cinema di Venezia come presidente della giuria di Bookciak Azione! premio video nazionale dedicato ai bookciak movie, corti di massimo tre minuti ispirati a romanzi, racconti, graphic novel e poesie. Un impegno a cui si aggiunge il debutto al lido l'8 settembre del cortometraggio "A guerra finita" del disegnatore e animatore Simone Massi con la voce narrante di Gino Strada. Un'opera fuori concorso dedicata al fondatore di Emergency per raccontare attraverso le sue parole la guerra nella sua essenza: sofferenza, morte, fuga dei civili di fronte all'orrore delle armi.
    "Gino già 12 anni fa, insieme ad altri colleghi, aveva compreso e parlava di come sarebbe finita in Afghanistan - spiega la figlia del fondatore di Emergency -. Con il Paese, dopo una lunga occupazione militare, riconsegnato ai talebani.
    Scelte che sono costate centinaia di migliaia di vedove, morti, sfollati, profughi. Se le risorse utilizzate non fossero state spese per tenere là gli eserciti ma investendo in diritti, forse qualcosa sarebbe cambiato". Presidente di Emergency dal 2009 al 2017 ed ora impegnata con ResQ People Saving People, onlus italiana che soccorre i naufraghi nel Mediterraneo, Cecilia Strada si aspettava che il nodo migranti sarebbe tornato al centro della campagna elettorale: "Sulla loro pelle si costruiscono carriere politiche, si occupano poltrone. Dopo un lungo periodo in cui il tema Mediterraneo sembrava scomparso dai radar nonostante la gente continuasse a morire, ora ci si è di nuovo ricordati che esistono i migranti. Ma l'unica emergenza è quella che vivono loro, imprigionati e torturati nei lager della Libia, che muoiono in mezzo al mare e che poi vengono accolti poco e male quando arrivano a terra". Venendo alla guerra in Ucraina, il rischio "era proprio che accadesse ciò vediamo - osserva - cioè che si cronicizzasse il conflitto e che calasse l'attenzione".
    In questi mesi lei è scesa in piazza per chiedere la pace e "ho visto partire la caccia al pacifista. Si è costruita artificialmente una figura di pacifista che non esiste, accusando chi manifestava di voler costruire ponti d'oro a Putin o voler fare arrendere immediatamente gli ucraini. Cose assurde.
    In realtà il movimento non violento cerca di ragionare su come evitare di arrivare alla prossima guerra. Il problema è che se si parla di pace quando scoppia un conflitto è già troppo tardi perché partono i distinguo".
    Per lei l'esperienza da presidente di Bookciak azione, "è stata bellissima. E' un'iniziativa che fa cultura con un occhio ai diritti; unisce esperienze diverse, difficoltà diverse e le fa parlare tra di loro. Poi il tema di quest'anno è mare aperto"

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