Una Catherine Deneuve piuttosto aspra, ma sempre molto bella, ha incontrato la stampa nel segno del no. Camicia blu elettrico con bandiera ucraina in petto e pantaloni neri, l'attrice parigina di 79 anni, che riceve il Leone d'oro alla carriera alla 79/a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, sembra prediligere i no. Dice di non essere mai stata sexy, tantomeno un'icona e a chi le chiede che consigli darebbe a una giovane aspirante attrice, replica subito con: "nessun consiglio". È reticente anche sulla bandiera ucraina che porta sul petto: "Non voglio dire nulla, perché le mie parole potrebbero essere travisate".
Presente e passato? "Quando ci fermiamo un momento a guardare il nostro passato sembra che tutto sia stato deciso prima - dice -, ma non è affatto così. Le cose del passato dipendono da un buon grado di fortuna come anche da buone e cattive decisioni. A volte queste vengono prese in modo corretto, ma poi i risultati sono diversi da quello che ci si aspettava. Insomma, è tutto molto complicato". Le difficoltà di un film? "Non si conoscono mai prima. Quando si comincia a girare è come quando si va in montagna, non si sa mai quello che incontreremo per strada. Comunque - aggiunge - non sono il tipo che guarda mai indietro. Nel mio prossimo futuro due film: uno da girare a Parigi e uno in lingua inglese in Belgio". Che ricordi ha di quando era una sex symbol? "Non mi sembra di esserlo mai stata - dice indispettita -. Perché sex symbol? Forse perché ero bionda. Se guardate le immagini di allora non non mi vedrete mai in pose sexy. Comunque per le attrici è meglio invecchiare in Europa che in America. Lì a 35 anni sei fuori". Cosa cambierebbe del cinema? "Difficile dirlo, perché il cinema cambia costantemente. Per me è invece importante che le persone continuino ad andare in sala, una cosa che faccio sempre nonostante abbia a casa un grande schermo, ma il cinema in sala è un'altra cosa". Consigli alle giovani attrici? "Non lo faccio mai: è una cosa cosi individuale, diversa per ognuna. Una cosa che dipende dai gusti e dalle proprie idee". La cosa più importante nello scegliere un film da fare? "Sicuramente la sceneggiatura. È quello che fa la differenza". L'attrice, che ha appena terminato le riprese del suo primo progetto dopo tre anni, LA TORTUE di Lea Domenach, in cui interpreta Bernadette Chirac, vedova dell'ex presidente francese Jacques Chirac, infine, alla domanda di una giornalista ucraina che le chiede se parteciperebbe a un film nel suo Paese, mostra tutta la sua disponibilità, ma non vuol dire cosa pensa della guerra e si capisce dalla sua smorfia che forse è perché non saprebbe più fermarsi.
VIDEOMESSAGGIO A VENEZIA DI ZELENSKY
"I nomi sono importanti: è la lunghissima lista dei minorenni uccisi fino ad oggi in Ucraina". Con questo elenco della strage degli innocenti, 358 al 29 agosto, si è concluso il messaggio video del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenuto così alla cerimonia di apertura di Venezia 79 per implorare di non dimenticare quello che sta accadendo. Zelensky ha definito i russi "macellai, terroristi, assassini", parlando di "un orrore che non dura 120 minuti come un film, ma da 189 giorni. Non bisogna fare il gioco della Russia che vuole che ci si abitui, ci si rassegni alla guerra. La voce del cinema conta. Gloria all'Ucraina".