"Le donne possono salvare la società iraniana". Il regista iraniano Mahmoud Ghaffari ha presentato, in anteprima nazionale, a Torino il lungometraggio Rooz-e Sib / The Apple Day, in concorso ai Job Film Days. "La società iraniana - afferma il cineasta di Teheran - è cambiata molto e le donne guidano questi cambiamenti, combattono sempre per i loro diritti di base e questo è il motivo per cui ogni giorno diventano più forti, oggi possono salvare la società iraniana. Il loro coraggio fa sì che gli uomini le seguano, sono un'ispirazione. Hanno lanciato una rivoluzione delle donne in Iran. Siamo nella parte più bella della storia del mio Paese". Qualche anno fa con Mou (Hair) aveva raccontato una storia vicina alla protesta che sta infiammando il suo paese: la storia di tre giovani donne iraniane, tutte campionesse di karate sordomute, invitate a gareggiare ai Campionati Mondiali in Germania. Le autorità di Teheran non vedono un problema, purché indossino il velo per coprirsi i capelli e il collo. Il film Rooz-e Sib / The Apple Day in concorso a Torino racconta di un venditore di mele al quale viene rubato il furgone, ma troverà il modo di risolvere la crisi grazie alla moglie. Al centro c'è il figlio Mehdi che deve portare a termine un compito per la scuola. "All'inizio - spiega Ghaffari - avevo deciso di fare un film sui cani in Iran perché sono in una pessima situazione, perseguitati per questioni religiose. Ho poi deciso di fare un film sulle deprivazioni dei bambini perché loro non hanno colpe nell'aver creato queste condizioni, che sono invece in mano ai legislatori e ai politici. Sono interessato al cinema neorealista italiano, ho sempre voluto fare un film con quel tipo di atmosfera". Il regista parla anche del lavoro in Iran. "Non c'è nessun sindacato perché il buon senso impone di evitare assemblee. Quindi non esiste sicurezza e la legge è fatta negli interessi di governo e datori di lavoro. Gran parte dell'economia è nelle mani del governo. Nel caso delle donne, ci sono molti problemi che impediscono loro di crescere e diventare dirigenti. Il governo insiste sul fatto che debbano stare a casa e crescere i bambini. Tuttavia, le donne iraniane non lo accettano, attaccano le leggi discriminatorie e si impongono in diverse professioni. È dura ma c'è speranza".
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