"Ci sono molti punti di contatto tra me e Caravaggio. Ad esempio quello di essere due provinciali e di essere poi entrambi arrivati a Roma mossi da una passione autentica. È stato lo stesso Michele Placido però a darmi l'ispirazione: ho visto in lui una febbre, un'urgenza che mi ha trasmesso. Caravaggio l'ho visto un po' come un Elvis Presley, un ragazzo di provincia a cui ho voluto dare quella stessa febbre che ho io quando mi infervoro". Così oggi Riccardo Scamarcio, attore non senza personali intemperanze, parla del suo Michelangelo Merisi ne L'OMBRA DI CARAVAGGIO di Michele Placido passato alla Festa di Roma nella sezione Grand Public e in sala dal 3 novembre con 01.
"Cinquantatré anni fa ho avuto l'idea di fare questo film - dice, visibilmente commosso, Michele Placido -, un'idea nata a Campo dei Fiori all'ombra della statua di Giordano Bruno. Proprio lì dove partecipavo alle manifestazioni contro la guerra in Vietnam e dove si chiacchierava spesso di politica. Caravaggio - continua il regista, che nel film interpreta il Cardinal del Monte - va detto, non è mai stato troppo amato dall'Accademia perché voleva distruggere la pittura così come era allora. In fondo ha percorso una strada molto simile a quella di Pasolini, era insomma dalla parte delle borgate, ma allo stesso tempo era anche un mistico". È vero che la Curia romana non ha aiutato troppo la realizzazione di questo film, coprodotto dalla Francia e costato 14 milioni di euro? "Abbiamo mandato il copione, ma non abbiamo avuto riscontri positivi, così eravamo davvero scoraggiati. Io però, che sono meridionale - spiega ancora il regista - ho pensato a Napoli dove la Curia invece ci ha invece aiutato. Abbiamo così ricostruito ambienti di chiese romane in quelle napoletane, avvalendoci anche di riproduzioni dei suoi quadri i più fedeli possibili".
L'Ombra, poi, a cui fa riferimento il titolo e che è interpretata da Louis Garrel, non è altro che una sorta di sicario di Papa Paolo V, assoldato per condurre un'indagine per decidere se concedere la grazia al pittore dopo la sentenza di condanna a morte per aver ucciso in duello un suo rivale in amore. E questo dopo aver appreso poi con grande disappunto che Caravaggio usava nei suoi dipinti sacri prostitute, ladri e vagabondi. "Mi sono ritrovato a fare un prete integralista, io che non sono neppure battezzato - dice divertito a Roma Garrel - . La cosa che mi interessava di più di questo pittore è il fatto che oggi, lui che era all'avanguardia, sia diventato il più grande dei classici. Il mio personaggio - continua l'attore - alla fine è solo un fascista e il fascismo nasce dalla paura. Ho cercato così di tirar fuori tutta la parte fascista dentro di me". Isabelle Huppert invece racconta così il suo personaggio, la marchesa Costanza Colonna: "È una donna incredibile che conosce Michelangelo Merisi fin da bambino e poi lo vede crescere. Ma lei è anche una nobildonna che ne comprende la portata politica. Per me Caravaggio - continua - è un personaggio shakespeariano diviso tra male, giustizia e trasgressione, ma anche dostoevskiàno che indaga la vita come la morte. Lui ha compiuto una vera rivoluzione estetica. Cosa farebbe nel mondo di oggi? Probabilmente conclude la Huppert - non il pittore. Sicuramente si schiererebbe con gli oppressi e i miserabili del mondo".
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