(ANSA) - ANCONA, 03 FEB - L'Inferno dantesco è già tra noi,
in una società predatoria e priva di spiritualità, che crea
disparità, distrugge l'ambiente e produce ricchezza destinata a
pochi. La pensa così il regista, produttore e sceneggiatore di
origine marchigiana Matteo Gagliardi (nato a Jesi in provincia
di Ancona nel 1978), che dopo il successo internazionale del
docu-film 'Fukushima: a nuclear story' del 2016, torna a
denunciare i mali della contemporaneità con un lungometraggio
(un'ora e 33 minuti) ispirato alla Divina Commedia di Dante,
intitolato 'Mirabile Visione: Inferno'.
Come Dante, anche quello di Gagliardi vuol essere un viaggio
nei gironi dell'Inferno guidato da due 'maestri', uno sacro -
Padre Guglielmo (Luigi Diliberti) - e uno profano - la
professoressa Delia Argenti (Benedetta Buccellato) -, abbinando
a una selezione delle terzine dantesche immagini che spaziano
dal reportage, alla finzione all'animazione, per dar vita ad
un'opera squisitamente multimediale. In particolare, il regista
riscopre e utilizza una settantina d'illustrazioni ottocentesche
della Divina Commedia sulle 243 fatte dal pittore parmense
Francesco Scaramuzza (contemporaneo del francese Gustave Doré),
che ricolorate e animate grazie a sofisticate tecniche digitali,
hanno il compito di collegare antico e moderno in una visione di
grande suggestione con anche una valenza pedagogica. (ANSA).
Cinema: Gagliardi, dall'inferno di Fukushima a quello di Dante
Docu-film 'Mirabile Visione-Inferno' su mali contemporaneità