CANNES- Tre film aperti alla speranza, forse post covid, con protagonisti antieroi come Fallen Leaves di Aki Kaurismäki, Perfect Days di Wim Wenders e The Old Oak di Ken Loach sono stati i più applauditi all'anteprima stampa in questa edizione del Festival di Cannes che si chiude domani.
Per quanto riguarda l'Italia speranze per Rapito di Marco Bellocchio, un film classico d'autore che può essere comunque preso in considerazione, meno per Moretti e il suo Il sol dell'avvenire che sembra non essere stato troppo apprezzato persino dai francesi, (buoni voti ma neppure una Palma per i critici di Le film français mentre Le monde gli dà due stelle su quattro).
Fallen Leaves di Aki Kaurismäki, Perfect Days di Wim Wenders e The Old Oak di Ken Loach sono comunque i tre film da Palma, o da Palmares, come i rispettivi protagonisti: Jussi Vatanen, Koji Yakusho e Trevor Fox. Nel caso di Fallen Leaves è storia d'amore tra un allampanato metalmeccanico, dal volto perennemente triste e sempre con il bicchiere in mano, e una commessa di supermercato a contratto, altrettanto depressa. In Perfect Days è invece assolo del protagonista Hirayama che lavora come addetto alle pulizie dei bagni a Tokyo, ma non è affatto triste.
Un uomo metodico, con una vita quotidiana identica a sé stessa, divisa tra fotografie digitali di alberi, musica (usa ancora le musicassette d'epoca) e libri. Infine in The Old Oak protagonista un antieroe con un nemico, il razzismo, che gestisce un pub, in un villaggio del nord-est dell'Inghilterra e combatte in prima persona tutto ciò che si oppone all'integrazione di un gruppo di siriani piombati nel paese. In pole position anche The Zone of Interest di Jonathan Glazer, che mette in scena un ossimoro: una famiglia come tante, felice nella sua villetta con piccola piscina e giardino pieno di fiori. Solo che la casa confina con un muro, quello di Auschwitz, e siamo negli anni Quaranta e tanto fumo si vede sullo sfondo. Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Martin Amis recentemente scomparso. Molto quotata anche la sua protagonista Sandra Hüller che corre anche per Anatomy of Fall di Justine Triet, altro film molto quotato dalla critica internazionale. Si tratta di un thriller di 150 minuti che non stanca su un suicidio/omicidio che mette sotto la lente di ingrandimento una famiglia particolare, quella composta da Sandra, scrittrice tedesca che vive insieme a Samuel, il marito anche lui scrittore, e al figlio adolescente non vedente, Daniel, in un remoto chalet di montagna sulle Alpi francesi. Nel Palmares dovrebbe poi potrebbe andare di diritto un documentario come Jeunesse di Wang Bing, opera altamente politica con le ostinate riprese di tre ore e mezza di Liming, distretto operaio vicino a Shanghai specializzato nel tessile. Qui giovanissimi tra i 17 e i 20 danno vita, in condizioni ambientali pessime, ai marchi fashion a ritmi parossistici. Una visione infernale di una macchina industriale fuori da ogni controllo. Se peserà poi molto in questa giuria il suo presidente Östlund, un film che potrebbe scompaginare tutto è Club Zero della regista Jessica Hausner, pieno di teatrini e atmosfere plastificate racconta di alimentazione consapevole, disturbi alimentari (come l'anoressia), manipolazione giovanile, consumismo, inquinamento globale e rispettiva salvezza del mondo. Tra gli attori in corsa sicuramente Deniz Celiloglu, straordinario protagonista di About Dry Grasses di Nuri Bilge Ceylan che interpreta un insegnante in Anatolia, che sembra essere uscito da un romanzo di Dostoevskij, accusato insieme a un suo collega di molestie da parte di alcuni studenti. Sul fronte femminile invece Léa Drucker del morboso film L'été derniere di Catherine Breillat e Juliette Binoche in versione cuoca di La Passion De Dodin Bouffant di Tran Anh Hung.
Corsa a tre nel totopalma tra Kaurismäki, Wenders, Loach
Apprezzati Glazer e Triet. Speranze per Rohrwacher e Bellocchio.