Cultura

Fatih Akin, gli immigrati la nuova mitologia della Germania

Al Biografilm con il film sul rapper gangster Xatar

Fatih Akin

Redazione Ansa

"Quando ho scoperto la biografia di Xatar sono stato affascinato dalla sua vita e leggendo il suo libro ancor più colpito dal suo modo di vivere un po' matto. Il protagonista arriva come rifugiato, è nato sotto i bombardamenti di Khomeini e grazie al padre è andato in Germania. Poi è diventato un gangster. Per questo la sua vita è sregolata ed è diventato un film a più generi, con più stili, come la vita, che è dramma, romantica, è diversa. È una riflessione sulla vita, sulla Germania, sul mondo tedesco e anche sulla mia vita". Fatih Akin - regista tedesco d'origine turca Orso d'Oro a Berlino nel 2004 con La sposa turca e Leone d'argento a Venezia con Soul Kitchen nel 2009 - ha presentato al Biografilm di Bologna il suo ultimo film, Rheingold, come evento speciale: la pellicola (uscirà al cinema il 27 luglio distribuita da I Wonder Pictures) era già stata presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma. Protagonista del film un criminale che si trasforma in un rapper. Dall'inferno di una prigione irachena, a metà degli anni Ottanta Giwar Hajabi (Xatar) arriva in Germania. In poco tempo passa da piccolo criminale a grande spacciatore, con il soprannome Xatar ("pericoloso"). Fino a quando non perde un carico di droga. Per saldare i suoi debiti Giwar progetta così un furto d'oro. Fatih Akin racconta la storia vera del rapper curdo Xatar: dalla guerra al ghetto, fino alle vette della musica. "Il film rappresenta anche un mio viaggio nel cinema, sono sempre stato influenzato dai film di gangster, quelli italoamericani soprattutto, con un retroterra da immigrati. Una influenza molto grossa per me è stato Matteo Garrone, una delle voci più forte del cinema europeo, non ho fatto però un film tipo Dogman o Gomorra, ho fatto un film più glamour". Il carcere e la musica, il riscatto della musica, sono essenziali nel film. "Non so però se ho lanciato un messaggio con questo film, non faccio un film da messaggero, io racconto storie. La cosa importante di questo film è mostrare che gli immigrati sono la nuova mitologia della Germania, non solo in politica, nello sport, nella musica, ma in tutto. Noi stiamo riscrivendo la mitologia della Germania", conclude.
   

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