Per ogni euro investito nel settore cineaudiovisivo, se ne creano 3,54, anche in altri campi economici. Cento milioni investiti creano migliaia di posti di lavoro: potenzialmente una media di 2281 occupati in più non concentrati solo nel settore ma che comprendono anche, fra gli altri, manifattura, costruzioni, istruzione, sanità e agricoltura. Un numero che cresce molto quando l'investimento va nel Mezzogiorno (su 100 milioni investiti in media si creano 3163 occupati in più). Sono fra i dati illustrati da Andrea Montanino, Chief Economist e Direttore Strategie Settoriali e Impatto di Cassa Depositi e Prestiti, nel convegno organizzato a Roma all'Anica L'occupazione nella filiera cineaudiovisiva tra trasformazioni industriali, effetti della pandemia e rivoluzione digitale. Una grande incognita è anche la carenza di manodopera nonostante l'alta richiesta: servono, nei prossimi anni, 50mila nuovi addetti nelle imprese audiovisive. Tecnici audio video, operatori di ripresa e produzione audiovideo, registi, direttori artistici, sceneggiatori, scenografi, tecnici di produzione radio tv, cinematografica e teatrale, tecnici web, ingegneri industriali e gestionali, tecnici di marketing. Posti di lavoro qualificati, altamente specializzati. I candidati però sono difficili da trovare. Ad esempio, il 57% delle imprese fatica ad assumere tecnici web per il settore, il 51% non reperisce ingegneri, il 41 non trova esperti in applicazioni audio video (18 mila i posti vacanti). "La filiera cineaudiovisiva oggi è un settore in controtendenza - aggiunge Montanino -. Mentre per altri si parla di deglobalizzazione e nazionalismi, questo va nella direzione opposta". La rivoluzione digitale "ha ridotto le barriere geografiche". Inoltre è un settore unico perché il suo elemento principale "è il capitale umano". Siamo in un quadro di costante crescita dell'export per la produzione europea (dal 2014 al 2021 +70%). L'origine di questo cambiamento sono "le piattaforme, che hanno reso il mercato sempre più globale. Aumenta la domanda di contenuti digitali, con poco meno di un miliardo e mezzo di utenti abbonati all'online video, mentre è stagnante la pay tv, scendono tv via cavo e satellite". Tra le criticità per l'Italia c'è anche la mancanza di grandi imprese nell'audiovisivo, quelle che trainano la crescita nel settore: solo 7 sono quelle con più di 250 addetti su otto mila operatori.
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