Gli occhi azzurri glaciali, quell'inquietudine interna che sembra un filo rosso dei personaggi della sua carriera, Cillian Murphy, il violento Tommy Shelby dei Peaky Blinders, la serie inglese di culto, mette il suo talento al servizio di Christopher Nolan e finalmente entra da protagonista ad Hollywood. È J.
Un fardello pesantissimo cui si uniscono, nella storia dello scienziato, il maccartismo, i sospetti di essere una spia russa in piena Guerra Fredda. Basato sulla biografia di Oppenheimer vincitrice del Premio Pulitzer American Prometheus di Kai Bird e Martin J. Sherwin, il film, uscito nel mondo e negli Usa insieme a Barbie (il famoso duo dei record Barbienheimer), arriva in Italia in sala dal 23 agosto con Universal ed è da non perdere.
Nel cast Emily Blunt nei panni della moglie di Oppenheimer, Florence Pugh nel ruolo di Jean Tatlock, un'amante dei suoi anni accademici, Matt Damon in quello di Leslie Groves, un generale che supervisiona il Progetto Manhattan, e Robert Downey Jr. nei panni di Lewis Strauss, il presidente fondatore della Commissione per l'energia atomica, che altera il corso della vita postbellica di Oppenheimer.
L'ingresso a Hollywood è da star: Murphy si è calato nel ruolo da protagonista allenandosi con il fisico Kip Thorne per memorizzare alcune pesanti equazioni e studiando i concetti chiave del progetto Manhattan, fissando l'invisibile che lui è capace di visualizzare. E Nolan gli sta addosso in ogni scena: il regista sperimenta da tempo enormi cineprese per catturare azioni e paesaggi con dettagli spettacolari per gli schermi più grandi, per Oppenheimer oltre a questo c'è l'operazione inversa, quella di catturare l'azione interiore all'interno di una delle menti più significative della storia, quindi ha puntato quelle telecamere Imax di grande formato sul volto dell'attore irlandese, come una macchina a raggi X. E il risultato è stupefacente, visto che, se si toglie l'esplosione della bomba, le tre ore di dramma sono incentrate praticamente tutte performance di Murphy. L'attore afferma, si legge sul Wall Street Journal, che la "claustrofobia psicologica" è un tratto comune tra i personaggi che ha interpretato. La sua sfida: reinventare l'archetipo del genio tormentato. "Per me la scienza, la fisica, è una sorta di sfondo della sua umanità e degli incredibili dilemmi morali in cui si è trovato per tutta la vita", dice Murphy. "Cosa succede alla psiche umana quando è sotto pressione? Lo trovo davvero interessante".
Dopo trent'anni di teatro, cinema e televisione, l'attore 47enne di Cork, specializzato in personaggi intensi, su tutti Tommy Shelby, uno zingaro reduce dalla prima guerra mondiale che diventa il capo di una banda nella pluripremiata serie di Steve Knight Peaky Blinders.
Con Nolan c'è una relazione di antica data: iniziata quando l'attore ha fatto il provino per il ruolo di Batman, andato poi a Christian Bale, mentre Murphy ha interpretato uno psicologo demente nella trilogia del Cavaliere Oscuro. È stato il primo dei memorabili personaggi secondari che avrebbe interpretato in cinque film di Nolan, tra cui Inception e Dunkirk. Nolan gli ha offerto Oppenheimer: "Ho aspettato molto tempo per poterti dire: 'Questo è il film in cui sei al centro della scena'", gli ha detto il regista.
A causa dello sciopero degli attori di Hollywood Cillian Murphy ha dovuto rinunciare a presentazioni e premiere (all'anteprima mondiale a Londra è uscito all'inizio della proiezione, era proprio il primo giorno delle proteste) ma la sua recitazione brilla nonostante gli effetti speciali del film.
Cillian Murphy, l'inquieto Peaky Blinders è Oppenheimer
Nolan con Imax fa i raggi X per il fisico della bomba atomica