Cultura

Ozpetek: 'Scene forti in Nuovo Olimpo? Oggi è normale'

Il regista: "Mi sono ispirato a una mia storia degli anni '70"

Redazione Ansa

Addio alle famiglie allargate delle Fate Ignoranti. Con Nuovo Olimpo, presentato in anteprima alla diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma e dal primo novembre solo sul Netflix, Ferzan Ozpetek questa volta va sul privato, sui rapporti del passato da cui è iniziato tutto. Al centro della storia due giovani venticinquenni, Enea (Damiano Gavino), aspirante regista, e Pietro (Andrea Di Luigi), studente di medicina, che si incontrano per caso in un cinema a luci rosse e si innamorano perdutamente per poi perdersi per trent'anni. Un amore gay, breve e intenso, raccontato dal regista anche attraverso scene forti. "Altro che scene forti. Il fatto è che io sono sempre stato in anticipo con i tempi, come mi ha detto un critico americano parlando del Bagno turco e delle Fate Ignoranti. Oggi invece non c'è film in cui non ci siano scene in cui due dello stesso sesso si baciano. Immagino un mondo nuovo senza locali gay e locali etero, ma locali in cui vanno tutti".

"Il punto di partenza - continua il regista - è una storia vera che mi è successa negli anni '70. Da tanto tempo volevo usarla come spunto per farne un film. Iniziando a lavorarci però mi sono subito accorto che la storia si allargava e non raccontava solo un amore, ma gli anni Settanta in cui tutto poteva accadere". Nel racconto di questa storia finita c'è anche rimpianto? "Se non avessi perso quell'amore oggi non avrei il mio Simone (Pontesilli, con cui si è unito civilmente nel 2016), dunque nessun rimpianto. Da ben ventitré anni siamo insieme, non mi è andata male. Lui poi è un essere particolare, straordinario".

Cosa significa andare su Netflix e non in sala? "È la prima volta che faccio un'esperienza del genere. Mi dicevano sempre: cosa vuoi girare? Vuoi ricostruire una strada anni Settanta? Falla pure, non c'è problema. Mi attrae poi l'idea di entrare nelle case di 190 paesi. C'è chi mi ha fatto notare che, senza il passaggio in sala, un'attrice come Luisa Ranieri (in Nuovo Olimpo è una straordinaria e vivace cassiera che si veste e trucca come Mina) non potrà ricevere nessun premio, ma d'altronde la sala implicava 105 giorni d'attesa per passare in streaming".

Cosa ricorda della libertà di quegli anni (in Nuovo Olimpo tante le scene di manifestazioni di protesta)? "Il 1978 in Italia si portava l'eredità del '68. Mi ricordo un tentativo di arrestare una ragazza da parte di vigili che alla fine sono stati messi in fuga dalla gente. C'era allora una forte libertà sessuale, oggi perdiamo identità. Altro che problema migranti, tra una decina di anni saremo noi ad andare a prenderli in Africa, siamo un paese di vecchi". Dice invece Luisa Ranieri: "È la terza esperienza con Ferzan ed è sempre una festa lavorare con lui. Anche se il personaggio di Titti, la cassiera che vorrebbe essere Mina, è nato piccolo ma poi, come sempre capita con lui, è cresciuto piano piano".

Nel cast del film anche Aurora Giovinazzo, Alvise Rigo, Giancarlo Commare, Annandrea Vitrano, Costanza Tortoli, Erik Tonelli, Luca Finotti, Davide Mancini, Federico Mancini, Jasmine Trinca e Greta Scarano. Frase cult di Nuovo Olimpo, quella che dice il regista Enea (alias Ozpetek) a un giornalista che gli chiede perché metta sempre nei suoi film l'omosessualità: "Non sono io che la metto, sono gli altri che la tolgono". 

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