Cultura

Tra Vincenzo Salemme e Max Tortora è La guerra dei nonni

Il film di Ansanelli dal 30 novembre in 300 copie con Medusa

Redazione Ansa

C'è chi giura sia nata una nuova coppia comica, quella non volgare e con i giusti tempi composta da Vincenzo Salemme e Max Tortora. Sono loro i due protagonisti di La guerra dei nonni di Gianluca Ansanelli in sala dal 30 novembre distribuito da Medusa in 300 copie. Citando volutamente il binomio Tommy e Gerry, troviamo così in questa commedia Gerri (Salemme) nei panni di un nonno attento, premuroso e con la passione del restauro dei mobili che, insieme a tre nipoti, vive nella casa della figlia Federica (Ana Caterina Morariu) e del genero Ernesto (Luca Angeletti). In questo perfetto equilibrio familiare irrompe l'esuberante e chiassoso nonno paterno, Tom (Max Tortora), che dopo anni vissuti all'estero torna in Italia per godersi anche lui i nipotini. Manco a dirlo tra i due nonni è subito guerra per conquistare l'affetto dei nipotini e anche un po' il cuore della bella giovane vicina Viki (Bianca Guaccero). Si unisce al duetto, il giovane Gaetano (Herbert Ballerina) eclettico corriere che sembra avere una sola impossibile missione: cercare di svecchiare nonno Gerri. "Questi due nonni sono come cani e gatti e ci piaceva che ricordassero Tom & Jerry, una citazione questa trasversale anche al pubblico più giovane. Amavamo insomma l'idea del contrasto mettendo in campo come valore aggiunto due attori straordinari che hanno allo stesso tempo una corda comica e una sentimentale, due territori spesso antitetici", dice il regista napoletano al suo quarto film Dopo All'ultima spiaggia (2012), Troppo napoletano (2016) e Benvenuti in casa Esposito (2021). La comicità cos'è? "Si capisce quando hai fatto bene una cosa quando senti ridere - dice Vincenzo Salemme -, non ci sono formule o segreti. Anche la volgarità può funzionare se fai ridere, io preferisco far ridere senza volgarità, comunque non ci sono ricette". Riguardo al politicamente corretto, replica Max Tortora: "Chi è poi che stabilisce cosa si può dire e cosa non si può dire? Non c'è un ente, qualcuno autorizzato a farlo". "Già poi dire politicamente corretto - aggiunge Salemme - è sbagliato. Bisognerebbe essere 'culturalmente corretti' e non politicamente. Se no può capitare che c'è una parte politica che dice che sei stato scorretto e un'altra parte no". Che significa fare i nonni quando entrambi non siete neppure genitori? "Ci si dimentica troppo spesso che ci sono delle sceneggiature al cinema, non necessariamente ci si deve ispirare a qualcuno. Si recita in base a quello che è scritto sul copione, è il nostro lavoro. Non faccio certo il nonno ispirandomi al mio", dice Salemme. Dice infine Ballerina: "Sono contento di questo film anche per un motivo del tutto personale, ho una linea comica diversa, più aggressiva del solito e poi lavorare con Salemme è stato per me un vero regalo. Il film è poi carino anche per un altro motivo: esplora un po' la frattura che c'è con i nipoti perché adesso tra social e smartphone la distanza generazionale è davvero enorme e diventa difficile fare i genitori e, ancora di più, i nonni".

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