Cultura

Marco Risi, 'un film con la grande nostalgia per mio padre'

Il punto di rugiada, è cortocircuito tra giovani e anziani

Redazione Ansa

"In questo film c'è anche la grande nostalgia per mio padre. Mi manca tutto di lui e soprattutto il fatto che non abbia potuto vedere i miei ultimi lavori". Così Marco Risi al Torino Film Festival a margine della conferenza stampa de Il punto di rugiada passato oggi alla 41/ma edizione del Tff per poi andare in sala a gennaio con Fandango. Un film pieno di riferimenti diretti e indiretti a suo padre, ma anche a quel mondo scomparso insieme a lui. Intanto la trama. Dove possono mai incontrarsi due ragazzi sbalestrati e un gruppo di anziani se non in una ricca casa di riposo? I primi sono lì per un anno di lavori socialmente utili mentre i secondi per vivere al meglio quello che gli resta, serviti comunque di tutto punto. Questa l'ambientazione, a stridere, di questo film che come protagonisti: Carlo (Alessandro Fella), un ragazzo viziato colpevole di aver provocato una notte da ubriaco un grave incidente d'auto che ha sfregiato la ragazza che era in auto con lui, e Manuel (Roberto Gudese) giovane e molto simpatico spacciatore colto in flagrante. Entrambi vengono appunto confinati nella casa di riposo Villa Bianca affidati, tra l'altro, all'affidabile Luisa (Lucia Rossi) che lavora da anni in questa struttura. Tra gli ospiti della villa un colonnello (interpretato dall'ottantaduenne Eros Pagni) che non sembra aver avuto un grande rapporto con il figlio; Dino Rimoldi (Massimo De Francovich, 86 anni); un ex fotografo che vorrebbe tanto morire che non a caso si chiama Dino e ha un cognome con la stessa R di Risi; un poeta (Luigi Diberti) sempre meno presente a se stesso e una tonica ospite (Erika Blank) piena di vita nonostante l'età. Quello che accade tra chi ha tutta la vita davanti e chi invece ne ha troppo poca è sicuramente un cortocircuito pieno di risvolti per entrambi. Dice Risi di questo film scritto con Riccardo De Torrebruna e Francesco Frangipane: "Racconta molto di me e del libro scritto a proposito del rapporto con mio padre. Ha a che fare con i vecchi, con chi è vicino al "grande traguardo" rispetto a chi invece la vita ce l'ha tutta davanti. Mi piace l'incontro fra questi due mondi che non sempre si sopportano". E ancora il 72enne Risi: "Erano circa tredici anni che pensavo a questo film sui vecchi e, nel frattempo, si può dire che lo sono diventato. Contemporaneamente nasceva l'idea di scrivere un libro che avesse a che fare con mio padre, 'Forte respiro rapido'. Alla fine, nel 2019, con Riccardo de Torrebruna e Francesco Frangipane ci siamo chiusi nella casa del Circeo e ne siamo usciti solo con una scaletta finalmente convincente". Quanto pesa il libero arbitrio se quando si è vecchi o malati si sceglie la strada dell'eutanasia come è per il personaggio di Dino Rimoldi? "Secondo alcuni il libero arbitrio non esiste, lo credevano sia Leonardo che Spinoza, ma per quanto riguarda l'eutanasia sono assolutamente favorevole. Ho detto ai miei se dovessi rincoglionirmi sopprimetemi!".

Leggi l'articolo completo su ANSA.it