Cultura

Saltburn, il fascino crudele dell'aristocrazia

Keoghan candidato ai Golden Globes: "Amo personaggi perversi"

Redazione Ansa

Emerald Fennell fa di nuovo centro. L'attrice (Camilla Parker Bowles in The Crown 3 e 4) e sceneggiatrice (showrunner della seconda stagione di Killing Eve), nel 2021 aveva portato agli Oscar il suo esordio alla regia, Una donna promettente, vincendo la statuetta per la miglior sceneggiatura. Il suo secondo film, Saltburn, arriva su Prime Video il 22 dicembre ed è già candidato ai Golden Globes per l'attore protagonista, Barry Keoghan, e per l'attrice secondaria, Rosamund Pike. Come l'acclamata opera prima, Saltburn si presenta come una commedia e si conclude come un thriller, lanciando di passo una spietata critica alla società contemporanea.
    Girato e ambientato con una cura così raffinata da sembrare a tratti la pubblicità di un profumo o un'epopea storica alla Downton Abbey, il film si apre sui dolori del giovane Oliver (Keoghan), matricola smarrita e fuori luogo ad Oxford. Non bello, non ricco, introverso e secchione, il ragazzo riesce però a entrare nelle grazie di Felix (Jacob Elordi), che è il suo esatto opposto: stupendo, spigliato, privilegiato, pieno di amici e di ragazze. Alla fine dell'anno, Felix invita Oliver a passare l'estate nella villa di famiglia, dove vivono i suoi genitori (Richard E. Grant e Pike), nobili, sfaccendati e "terrorizzati dalla bruttezza" e ci sono la sorella Venetia, che vive all'ombra del fratello, e il cugino Farleigh, sempre preoccupato di essere all'altezza. Le giornate scorrono tra partite a tennis, letture (Harry Potter) a bordo piscina e cene in smoking. Piano piano, dalle crepe di questa superficie sontuosa cresce la tensione. Oliver individua i punti deboli di ognuno e li usa per un'astuta scalata sociale.
    Nato nel 1992 a Dublino e rimasto presto orfano di una giovane tossicodipendente, Keoghan è stato candidato all'Oscar nel 2022 come miglior attore non protagonista in Gli spiriti dell'isola, ma aveva già convinto in Il sacrificio del cervo sacro di Yorgos Lanthimos (2017). "Amo i personaggi complessi, perversi. Butti fuori i tuoi problemi, interpretando quelli di un altro", spiega alla presentazione di Saltburn a Los Angeles.
    "Oliver attraversa una trasformazione sottile e dirompente. Ho individuato cinque gradazioni nel personaggio, ognuna con diversa andatura, sguardo, apertura delle spalle. Non è stato facile, perché non abbiamo girato in ordine cronologico. Però non ho avuto problemi a scrollarmelo di dosso: sono diventato papà durante le riprese; la vita reale mi reclamava alla fine di ogni giornata".
    La sua nemesi è interpretata da Elordi, il noto Nate Jacobs di Euphoria, che quest'anno ha anche vestito i panni di Elvis Presley in Priscilla di Sofia Coppola. "Felix è come guardare il sole che sorge, ha quel magnetismo - dice l'attore australiano - È fantastico, ma non è buono". "D'altra parte, chi è buono a Saltburn?", chiosa la regista. (ANSA).
   

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