Cultura

Giorgio Ghiotto, l'altro regista italiano agli Oscar, 'un sogno'

24 anni, con Wings of dust è in shortlist dei corti documentari

Redazione Ansa

 Matteo Garrone non è l'unico regista italiano ad essere rimasto in corsa per gli Oscar dopo la prima scrematura annunciata giovedì 21 dicembre a Los Angeles. Nella shortlist dei 15 cortometraggi documentari che restano in lizza c'è anche Wings of dust, firmato dall'esordiente Giorgio Ghiotto.
"Mi dicevano: sarà una delusione', 'è impossibile'. Invece, io ci ho creduto, ho lavorato sodo e ora sto vivendo il mio sogno", dice all'ANSA questo filmaker romano, che ha compiuto 24 anni da un mese e ha studiato comunicazione a Londra e poi giornalismo e cinema documentario alla New York University.
"Wings of dust è il mio progetto di laurea. Ho cambiato percorso di studi proprio per raccontare vicende come questa: volevo fare del bene, dare voce a chi ne ha bisogno". Il protagonista del film si chiama Vidal Merma, è un dolce e tenace giornalista peruviano, indigeno Quechua, che combatte contro l'inquinamento della sua terra dovuto ad uno sfruttamento minerario predatorio. Ghiotto è rimasto al suo fianco per due mesi, in una piccola località a sud del Machu Picchu, Espinar: "Abbiamo attraversato momenti molto duri, con minacce di morte e sabotaggi. Vidal ha 38 anni ed è diventato per me un fratello maggiore, un saggio che lotta per la Pachamama, la Madre Terra, con l'unico scopo di far bere, un giorno, al figlio Erik un bicchiere d'acqua non inquinata".
Quest'opera di 30 minuti - scritta, girata e montata da Ghiotto - un Oscar l'ha già vinto: in ottobre si è classificata prima agli Student Academy Awards, un premio creato dall'Academy of Motion Picture nel 1973 dedicato agli studenti di cinema di tutto il mondo. Per la 50esima edizione del concorso, hanno mandato i propri lavori 2.443 candidati, da 720 università statunitensi e internazionali. Ghiotto ha vinto la medaglia d'oro e il riconoscimento l'ha qualificato per la corsa agli Oscar, insieme ad altri 113 cortometraggi documentari.
"Essere nella shortlist mi dà le vertigini. In questa categoria devi fare tutto da solo, non hai un paese che ti sostiene e io non ho un grosso produttore alle spalle. La romana 42° Parallelo mi ha finanziato la campagna con cui ho organizzato proiezioni e incontri prima del voto. Ma ora devo triplicare gli sforzi", dice mentre il telefono non smette di squillare: ora che è tra i 15 migliori al mondo, testate e produzioni si stanno facendo avanti.
La data cerchiata in rosso adesso è quella del 23 gennaio: in quel giorno saprà se la storia di Merma è tra le cinque che aspirano alla statuetta per il miglior short documentary il 10 marzo al Dolby Theatre. 
   

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