"Essere chiamata regina della canzone? Mi ha sempre divertita questo fatto. Soprattutto perché non mi sono mai sentita una regina, ma sempre e solo una cantante". È con Nilla Pizzi, forse la prima rock star italiana quando ancora le rock star non esistevano, raccontata da Martina Stella che si apre la sesta stagione di Illuminate, la docuserie dedicata alle esemplari donne del Novecento italiano, in prima visione tv da domenica 25 febbraio in seconda serata su Rai3. Prodotta da Gloria Giorgianni per Anele in collaborazione con Rai Cultura, la serie è un viaggio in quattro puntate per altrettante ritratti di eccellenze del Made in Italy, guidati da quattro attrici-narratrici in un racconto che incrocia narrazione cinematografica, materiali d'archivio e testimonianze dirette. Si va da Carla Signoris (nel secondo appuntamento) che sogna di rivivere una "giornata particolare" della vita di Monica Vitti, il 3 maggio 1988, quando Le Monde pubblicò l'errata notizia della sua scomparsa. Ad Anna Ferzetti, che interpreta invece l'esemplare figura della prima e unica sceneggiatrice degli anni d'oro del cinema italiano, Suso Cecchi D'Amico, nel docu-film che porta sullo schermo il suo battesimo artistico, quando nel 1946 scrisse il suo primo film, Avatar. E poi Euridice Axen che intraprende un viaggio inaspettato nella storia d'Italia dagli anni '30 fino a oggi con gli occhi delle Sorelle Fontana - Zoe, Micol e Giovanna - tre giovani sarte emiliane che hanno dato vita ad abiti dallo stile unico e dirompente, ambiti e indossati dalle donne più importanti del mondo, lasciando in eredità una visione moderna della moda e della femminilità. La prima puntata, però, è tutta per Martina Stella e il suo "incontro" con Nilla Pizzi (1919-2011). Invitata come ospite al Premio Nilla Pizzi, istituito in onore della cantante e dedicato a chi è capace rinnovare l'arte e la cultura, l'attrice parte per Sant'Agata Bolognese (BO), paese d'origine della Pizzi, e scopre un'artista che non è stata solo la prima vincitrice assoluta del Festival di Sanremo nel 1951, ma anche una donna estremamente moderna e contemporanea. Tutto per lei cominciò con un concorso di bellezza e con un provino alla Eiar, cui la iscrisse di nascosto sua sorella. Fu una carriera fulminante, grazie anche a quella voce naturalmente piena di pathos, tanto che, come racconta il citrico Enzo Giannelli, "tra il '47 e il '51, prima di andare a Sanremo, aveva già inciso 50 dischi di cui almeno 45 successi". Da Mamma, a Grazie dei fiori, Vola colomba, Papaveri e papere a Non sono sogni, l'ultimo brano inciso poco prima di morire e da pochi giorni uscito sulle piattaforme di streaming, per Nilla Pizzi "nacque anche il primo fanclub mai esistito per una cantante italiana, Il salottino di Nilla", racconta uno dei suoi primi fan e caro amico Matteo Scircoli. E c'erano anche le CartoNille, facsimile delle cartoline postali su cui si incollavano le sue immagini per scambiarsi per gli auguri di Natale o le comunicazioni sui suoi concerti. Soprattutto Nilla Pizzi fu una donna libera, anche in amore, viaggiò il mondo, aprì un ristorante ad Acapulco di cui era spesso ospite Frank Sinatra, e visse una vita davvero intensa. Tra le testimonianze raccolte, anche anche quella di sua nipote Maura Fantuzzi e poi Mauro Coruzzi, Pino Strabioli, il manager Elia Faustini, il direttore del Teatro Comunale Ferdinando Bibiena di Sant'Agata Bolognese Romeo Grosso, il giornalista e speaker radiofonico Massimo Cotto, la cantautrice Greta Zuccoli.
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