Theo (Samuel Kircher), diciassette anni, è un simil Tadzio di Morte a Venezia, mentre Anne (Léa Drucker) è una quarantenne molto carina e minuta, seconda moglie del padre Pierre (Olivier Rabourdin). Ora che tra i due possa nascere qualcosa è sulla carta del tutto improbabile, eppure accade davvero in Ancora un'estate di Catherine Breillat. Già alla 76/a edizione del Festival di Cannes e ora in sala dal 7 marzo con Teodora, il film è un remake di Queen of Hearts della danese May el-Toukhy. La storia ruota attorno ad Anne, avvocata di successo e madre felice di due bambine adottive. Quando arriva in estate nella sua casa Theo, figlio di primo letto del marito, risulta subito evidente che il ragazzo, che in genere vive con la madre, non ami troppo un padre che si è fatto un'altra vita con due figlie neppure sue. Che questo sia il vero motivo per il quale il ragazzo inizi ad essere seduttivo con Anne non è possibile dirlo, ma che ci sia un'inconscia volontà di punire il padre che lo ha abbandonato è possibile pensarlo. Di fatto, dopo vari avvicinamenti e risatine, tipiche della grammatica amorosa, i due si ritrovano davvero ad andare a letto. E lo fanno anche più volte. Un trasporto erotico tra i due, mostrato dalla regista pioniera del cinema al femminile senza troppi pudori, che declina verso la tragedia una volta che il padre Pierre viene a conoscenza, dallo stesso vendicativo figlio, di quanto accaduto, in tutti i particolari. "Per il personaggio di Théo, volevo un giovane che fosse l'adolescenza assoluta, purezza ma anche durezza. Per quanto riguarda Anne, non è una donna calda, è una donna fredda, anche quando gode. Tuttavia c'è qualcosa che accade nell'amore fisico, ma non è esattamente il piacere", ha spiegato la regista. E ancora Breillat, parlando della sua reputazione di cineasta del corpo e della provocazione: "Penso che sia la società a puzzare di muffa e io sono sovversiva. Chiedo di riconsiderare le cose che abbiamo stabilito in maniera dannosa, compresa la nostra costruzione mentale. Sono disposta a essere controversa, ma non scandalosa e certamente non sulfurea". Qualche nota, infine, su questa originale regista. A soli diciassette anni Breillat pubblica il suo primo romanzo, L'homme facile, immediatamente vietato ai minori. Negli anni '70, nel bel mezzo dell'ondata di cinema erotico, incontra il produttore André Génovès che le offre di adattare Le Soupirail, la storia del risveglio di una giovane ragazza alla sessualità. Il film, intitolato A Real Girl, non uscirà dopo il fallimento del produttore e il blocco del distributore. Scrive poi sceneggiature per registi come Federico Fellini (E la nave va...) e Maurice Pialat (Polizia). Nel 2004 dirige l'attore porno Rocco Siffredi in Anatomia dell'inferno.
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