"Il saluto per tutti, il rispetto per pochi, il cuore per uno, i piedi in testa da nessuno". È una delle frasi a effetto di Tony Montana, il rifugiato cubano diventato uno spietato e violentissimo signore della droga, reso iconico anche dall'interpretazione senza freni di Al Pacino, in Scarface di Brian De Palma, su una sceneggiatura di Oliver Stone, che a 40 anni dalla sua uscita in Italia (era il 20 aprile 1984) torna nelle sale l'8, il 9 e il 10 aprile, in una nuova versione rimasterizzata in 4K, distribuito da Lucky Red.
Il gangster movie, che pure ha reinventato ambientazioni e personaggi, era ispirato all'omonimo film del 1932 di Howard Hawks con Paul Muni nei panni di Tony Camonte, feroce e instabile gangster di origini italiane a Chicago: lì la sceneggiatura la firmava il leggendario scrittore, commediografo e sceneggiatore Ben Hecht e alla base c'era l'omonimo romanzo del 1929 di Armitrage Trail, per il quale l'autore si era ispirato ad Al Capone. L'idea di spostare a Miami l'ambientazione del remake e di fare del protagonista un immigrato cubano era stata di Sidney Lumet, che inizialmente aveva lavorato al progetto. Tuttavia i contrasti con il produttore Martin Bregman portarono il regista ad abbandonare il proposito per il quale subentrò Brian De Palma. "Sono sempre stato interessato a fare film su persone che iniziano in modo piuttosto umile, acquisiscono molto potere e alla fine si isolano e vivono nel loro mondo. Potrebbe essere qualcosa di quello che stiamo vivendo?" aveva ironizzato, nel 2018, in occasione dei 35 anni dall'uscita del film negli Usa, De Palma con allora Trump da poco presidente.
Nel cast spiccava anche una 24enne Michelle Pfeiffer nel ruolo dell'inquieta Elvira, prima moglie 'trofeo' del capo di Tony, Frank Lopez (Robert Loggia) e poi moglie di Montana. "Ero terrorizzata su quel set - ha raccontato l'attrice a Darren Aronofsky per Interview Magazine -. Le riprese sono durate sei mesi, credo. Mary Elizabeth Mastrantonio (che interpretava la sorella di Tony Montana, ndr) ed io eravamo davvero le uniche donne. Era un club per ragazzi. E poi c'era il carattere sprezzante della relazione tra Tony Montana e il mio personaggio... Alcune notti andavo a dormire piangendo".
Il film, all'uscita negli Usa nel 1983, era stato un successo al botteghino, ma vari critici lo avevano accolto negativamente soprattutto per l'estrema violenza e i toni esasperati, mentre alcune comunità di immigrati cubani lo avevano attaccato perché ritenevano avvalorasse degli stereotipi. Con gli anni tuttavia è diventato una sorta di cult, ipercitato in film, serie, video, videogame, canzoni (da Nas a Bob Dylan, passando, fra gli altri per Snoop Dogg e Drake) e sui social. Al Pacino si era reso subito conto del potenziale di Scarface: "Fai molti film e ti rendi conto che alcuni non ce l'hanno - ha detto al New York Times l'attore l'anno scorso in occasione del quarantennale - ma sapevo che c'era un battito che continuava a pulsare in questo". E "ovunque stessi girando, in Europa, la gente veniva da me a dirmi 'Ehi, Tony Montana'. In Israele gli israeliani venivano volevano parlare di Scarface e lo stesso succedeva con i palestinesi". Senza dimenticare che anche vari reali criminali si sono dimostrati fan del film, come il camorrista Walter Schiavone, proprietario di una villa a Casal di Principe, costruita avendo come modello quella di Tony Montana. Una popolarità su tutti i livelli che ha più volte rilanciato il progetto di un remake/reboot, con vari registi in trattative negli anni, da Pablo Larrain a Antoine Fuqua. Più recentemente aveva iniziato a lavorarci Luca Guadagnino su una sceneggiatura sviluppata dai fratelli Coen, ma il regista italiano ha poi detto di aver accantonato l'idea.
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