Cultura

Mazzi, basta film che nessuno vede, finanzieremo il buon cinema

Su Rtl 102.5: "Fondi alle produzioni di qualità"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 14 MAR - "Il codice dello spettacolo è un provvedimento normativo di grande importanza voluto da tutto il Parlamento. Attualmente siamo in fase avanzata di redazione e ci siamo posti come obiettivo la sua pubblicazione entro il 18 agosto, con la speranza di concludere i lavori entro la fine di luglio". Lo ha detto il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, nel corso di Non Stop News, su Rtl 102.5, annunciando che dal 19 marzo, al ministero della Cultura, sono previste quattro giornate di discussione e confronto. "Sarà un codice che provocherà qualche scossone, perché dobbiamo prepararci ad una rimodulazione dei finanziamenti pubblici" ha sottolineato il sottosegretario. "Ad esempio, attualmente - ha continuato - c'è una grande disparità nei finanziamenti tra settori come il cinema e l'audiovisivo, che ricevono circa 750 milioni di euro all'anno, e altri settori come il teatro e la musica, che insieme ricevono 420 milioni di euro. Questa disparità è eccessiva, specialmente considerando che molti film finanziati non raggiungono un pubblico significativo e non corrisponde neppure un livello occupazionale adeguato a questo tipo di disparità. Cito due titoli: 'Uomo di fumo', che polemicamente definirei come un produttore di fumo solo in termini di risorse, e 'Prima di andare via'. È interessante notare che entrambi i film hanno ricevuto finanziamenti per un totale di 2 milioni di euro, ma hanno avuto un pubblico molto limitato, rispettivamente 128 e 27 spettatori al cinema. Questo dimostra che vengono prodotti numerosi film che nessuno vede. Vogliamo quindi concentrare i finanziamenti su produzioni di qualità, come dimostrato dal successo di opere come quella di Paola Cortellesi".
    "Questo sistema di finanziamento sostiene anche produzioni come le serie su piattaforme come Netflix, incluso quelle su Rocco Siffredi. È rispettabilissimo Siffredi, ma è lecito chiedersi se sia giusto che il sistema di finanziamento italiano supporti una serie su Rocco Siffredi prodotta da Netflix anziché produzioni su icone come Sofia Loren, Roberto Benigni o Raffaella Carrà" ha fatto notare Mazzi. (ANSA).
   

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