L'infanzia spezzata di un gruppo di amici fraterni e l'occasione della vendetta, sono i due cardini intorno ai quali si muove Eravamo bambini, il dramma a tinte noir di Marco Martani che porta sul grande schermo uno dei maggiori successi teatrali di Massimiliano Bruno (qui co-sceneggiatore con il regista), il monologo Zero che aveva debuttato nel 2005. Sul palcoscenico era Bruno a incarnare tutti i personaggi, qui prendono vita con un talentuoso cast corale che comprende Lorenzo Richelmy, Alessio Lapice, Lucrezia Guidone, Giancarlo Commare, Francesco Russo, Romano Reggiani e Massimo Popolizio.
"È una storia che attraverso il concetto di genere ci ha permesso di lavorare su una tematica che ci stava a cuore - sottolinea Martani che torna al noir oltre 16 anni dopo Cemento armato - le generazioni a confronto, il modo in cui le vecchie generazioni hanno schiacciato le nuove". Sviluppare tre piani temporali intrecciati che diventano una storia unica, "ci ha permesso di raccontare personaggi così estremi mostrandone anche le fragilità". Bruno ha genitori calabresi e quando ha scritto il monologo 20 anni fa voleva raccontare "un po' delle dinamiche viste tra mio nonno e mio padre - spiega -. Poi mi sono accorto di come fosse possibile ritrovarle in tutti i contesti, politica compresa", osserva. Nel monologo, incarnando tutti i personaggi, per far scorrere di più il racconto, "c'era anche della comicità. Marco non aveva questa esigenza. Eravamo bambini sembra un noir ma in realtà è un film drammatico sulla debolezza di persone che non riescono a fermarsi dal fare la cosa sbagliata e dal ripeterla, in un circolo vizioso dove non vince nessuno". In un film corale "che punta sulla ricchezza dei personaggi, io ho lavorato sulla solitudine di Gianluca: sembra che non voglia essere a contatto con le altre persone invece è il contrario, ha il desiderio di liberarsi del male atroce che ha dentro". Questi "non sono eroi che vanno in contro a una vendetta alla Kill Bill - sottolinea Lucrezia Guidone -. Ad esempio Margherita vive un po' un'espiazione, anche dal punto di vista sessuale, dei pesi che porta nei confronti di tutti, ed ha un grande senso di protezione nei confronti del fratello, non vuole perda l'innocenza dell'infanzia".
Eravamo bambini, il buco nero in noi
Il film con Lapice e Guidone in sala dal 21 marzo