Porta d'ingresso per il cinema, volano per giovani talenti, divertimento e passione per registi affermati, il cortometraggio vive una grande stagione produttiva, gira i festival, si fa notare, diventa hub di nuove leve di cineasti, attori, troupe tecniche. La svolta non è ancora compiuta sul destinatario finale, ossia il pubblico: non c'è ancora uno sbocco cinematografico, salvo eccezioni. Sulle piattaforme principali come Netflix il corto ha una collocazione ancora sporadica che accoglie i minifilm, mentre su altre piattaforme i corti cominciano a circolare, da RaiPlay a Mubi a WeShort. Ed è attesa la grande novità su Rai3 di uno spazio dedicato. E' uno scenario in movimento che dal rilancio del cinema d'autore nella sala cinematografica in questa stagione può avere una grande opportunità.
A Cortinametraggio (12-17 marzo) - racconta il giovane direttore artistico Niccolò Gentili - "ne sono arrivati 430". Un numero elevato, "con una durata media di 15 minuti, per il 90 per cento sono di giovani sotto ai 30 anni". Molti di loro sono già al lavoro sul primo lungometraggio.
La panoramica del cinema altezza corto che offre il festival fondato e presieduto da Maddalena Mayneri, giunto alla 19/a edizione con Michaela Andreozzi, Nicola Prosatore, Tommaso Renzoni tra i talenti che ha aiutato a far emergere, è paradigmatico di quello che accade al cinema italiano. Sono poche, molto poche, le cineaste, 4 per 3 titoli su 20 - a riprova che il soffitto di cristallo sulla regia femminile è tutt'altro che infranto -; poche le commedie che stanno vivendo una grande crisi d'identità, ormai scavalcate dai tempi quelle di facile comicità e dunque con una strada da ritrovare in originalità, mentre i drammi spesso generazionali abbondano e si fanno notare.
Dei 430 arrivati la selezione del concorso numero 19 ha scelto 20 corti, tra cui sei anteprime mondiali. Accanto ai giovani (non necessariamente opere prime) che riescono a coinvolgere cast di nome come Matilde Gioli, Francesco Di Leva, Giorgio Tirabassi, Francesco Montanari, Mirko Frezza, Emanuela Grimalda, per citarne alcuni, ci sono anche cast composti da nuove leve del cinema italiano come Antonio Bannò (nel graffiante Un lavoretto facile facile), Giulio Brizzi (Fake Shot), Anna Bellato (Felicità cannibale). Fuori concorso a memoria storica Paolo Genovese e Luca Miniero, nati pubblicitari, passati al corto con successo 25 anni fa, Piccole cose di valore non quantificabile prodotto dal talent scout Gianluca Arcopinto e Incantesimo Napoletano e da lì trampolino di lancio per una grande carriera.
Quasi tutti sono autoprodotti salvo poi trovare produzioni e distribuzioni successivamente: De l'Amor Perdu di Lorenzo Quagliozzi prodotto da Paolo Sorrentino e Simone Gattoni per la Numero 10 e per Kavac Film, il toccante Eldorado di Mathieu Volpe sulla migrazione clandestina tra le Alpi coproduzione con il Belgio, Stanza 5 di Rosario Capozzolo sui giorni del covid prodotto da Tramp Limited con Rai Cinema e tre opere di talenti del Centro sperimentale di cinematografia (We should all be futurist di Angela Norelli tutto basato su archivio del cinema muto, Ho ballato di tutto di Sarah Narducci, Fake Shot di Francesco Castellaneta sulla scena trap. C'è anche un primo corto di due registe: Vera Munzi e Caterina Salvadori di Anemos, Z.O. di Loris G. Nese che ha usato una particolare animazione ibrida per una storia di memoria nella Salerno anni '80, mentre L'acquario di Gianluca Zonta applica l'intelligenza artificiale alla ricerca di incontri sentimentali e l'attualissimo Dive sulla guerra in Ucraina di Aldo Iuliano è passato ad Orizzonti a Venezia.
"Il corto ha un potere enorme - dice all'ANSA Paolo Genovese -, permette ad un giovane che comincia di farsi vedere. Oggi puoi farlo anche con un cellulare, alle buone storie non c'è più alibi". "Il mercato dei cortometraggi è nei festival - spiega all'ANSA Saverio Pesapane di Prem1ere Film, la società che distribuisce cinema nel circuito festivaliero - in Italia sono circa 300, 18mila nel mondo: i corti vivono lì, girano il mondo, si fanno notare e fanno volare i talenti". (ANSA).