A Hollywood c'è un'aria pesante. La stagione dei premi si è conclusa.
I lavoratori che tengono in piedi l'industria dello spettacolo più ricca e prolifica del mondo sono organizzati in un sistema di sindacati che non lascia scoperto nessun ruolo.
Sceneggiatori, attori e registi hanno tre sindacati indipendenti, ognuno dei quali ha rinnovato il contratto con le Major e le piatttaforme di streming l'anno scorso (nei primi due casi, dopo 148 e 118 giorni di sciopero). Ma ogni figura del settore, in fase di preparazione e sui set, è rappresentata da una sigla specifica. Da chi monta le luci, a chi trucca gli attori, da chi disegna le scenografie, le costruisce o sceglie gli arredi, a chi sui set porta il pranzo e gli snacks: tutti devono essere iscritti al sindacato per lavorare a Hollywood.
L'Iatse (International Alliance of Theatrical Stage Employees) è la confederazione che riunisce queste associazioni di categoria: fondata nel 1893, conta circa 170.000 iscritti tra Usa e Canada.
I cartelli dell'Iatse hanno puntellato i presidi davanti ai cancelli degli Studios l'anno scorso, in solidarietà con sceneggiatori e attori. Ora, nella trincea scendono loro: costumisti, truccatori, montatori, direttori della fotografia o del suono chiedono all'Alleanza dei produttori aumenti salariali e adeguamenti all'inflazione (nei contratti ci sono degli scaglioni proporzionali al budget di produzione del film o della serie), protezioni contro l'Intelligenza artificiale, miglioramenti per fondi pensionistici e assicurazioni mediche.
Il 3 marzo, alla vigilia dell'avvio della contrattazione, i lavoratori hanno tenuto una manifestazione unitaria, al motto: "Molti artigiani, una sola lotta". Lindsay Dougherty, presidente del sindacato degli autisti di camion per i set, ha dichiarato: "I lavoratori di Hollywood continuano a combattere fianco a fianco. Questa storica dimostrazione di sostegno in vista dei negoziati evidenzia che, sebbene i nostri membri lavorino dietro le telecamere, i loro problemi saranno al centro della battaglia contrattuale di quest'anno".
La solidarietà per questi lavoratori a contratto è palpabile.
Li ha ringraziati Jimmy Kimmel nel suo monologo di apertura agli Oscar, provocando la calorosa standing ovation delle star riunite al Dolby Theatre: "Prima di celebrarci, facciamo un meritato applauso a tutti quelli che stanno dietro le quinte e che l'anno scorso hanno rispettato i nostri presidi".
Il braccio di ferro è appena cominciato, ma Hollywood ha già il fiato sospeso. "The Union behind the entertainment" (così si auto-definisce la Iatse) non accetterà meno di quanto ottenuto dai colleghi pochi mesi fa. Ma le case di produzione tradizionali e i servizi di streaming hanno piani per tagliare costi e personale. Per film e serie tv - e soprattutto per chi vive della loro realizzazione - potrebbe aprirsi un'altra estate nera. (ANSA).
Hollywood, aperto il negoziato tra tecnici e Studios
Per rinnovo contratto a 170.000 addetti, evitando nuovo sciopero