Cultura

Elvira e Ada, il punto di vista delle donne in 'Zamora'

Parlano Ferraioli Ravel e Gastini, protagoniste per Marcorè

Redazione Ansa

"I temi di Zamora sono l'inadeguatezza, che secondo me ci riguarda tutti, e sicuramente l'adolescenza del sottoscritto e il rapporto tra uomini e donne ben rappresentato in questa storia dai personaggi interpretati da Paradossi e Marta Gastini. Le donne degli anni Sessanta non prendevano l'iniziativa, era sempre l'uomo a dover fare il primo passo, ma erano sicuramente più mature. Una maturità che vale ancor più oggi in cui un no detto da una donna spesso viene interpretato dagli uomini come un sì travestito da un no, una cosa che spesso degenera nella violenza". Così Neri Marcorè sintetizza Zamora, suo esordio alla regia in sala dal 4 aprile con 01 e tratto dal libro omonimo di Roberto Perrone (Garzanti). Di scena le disavventure, nei favolosi e irripetibili anni Sessanta, del trentenne Walter Vismara (Alberto Paradossi) ragioniere di professione, ma anche di più nella vita, uno che lavora come contabile in una fabbrichetta di Vigevano. E le donne di questa storia? Sono soprattutto due: Elvira (Anna Ferraioli Ravel), sorella del ragioniere, femminista ante litteram e separata dal marito, e Ada (Marta Gastini), segretaria e oggetto del desiderio, sempre del ragioniere, ma mille anni più avanti di lui.

"La mia Elvira - dice all'ANSA Anna Ferraioli Ravel, nata a Salerno nel 1988 - è una femminista gioiosa che, al contrario di molte donne di oggi, non esclude gli uomini. Il film, un romanzo di formazione centrato sulla generazione dei trentenni, racconta un'Italia di cui si è persa la memoria. Proprio come accade in Un Altro Ferragosto di Paolo Virzì (in cui l'attrice interpreta Sabry Mazzalupi, influencer romana), oggi non c'è più quella identificazione collettiva in cui si lottava tutti insieme per inseguire gli ideali come accadeva in Ferie d'agosto, ma imperversa la competizione individuale che scaturisce da un'angoscia profonda, dalla paura dell'altro". E ancora l'attrice: "Elvira ha una rivendicazione di libertà molto gioiosa che non diventa mai militanza, consapevolezza ideologica. Il suo è un desiderio vitale tanto che si separa dal marito, ma non se ne preoccupa più di tanto. La cosa forte di Zamora è che in questo film è la donna ad essere emancipata perché realizzata sentimentalmente nella vita ed è lei che apre un po' la pista agli uomini che molto spesso emancipati non sono. A quell'epoca parallelamente allo sviluppo economico inizia quella crisi del maschio che oggi è diventata esplosiva".

Ada, dice invece all'ANSA Marta Gastini, nata ad Alessandria nel 1989, "è una segretaria che pur rientrando tra i tanti personaggi femminili raccontati da Marcorè è in realtà molto più avanti, più moderna rispetto al suo tempo. Una donna capace di prendere in mano il proprio destino al di là delle regole d'allora. Tanto che, pur essendo accusata di qualcosa che non ha fatto, non va affatto a chiedere scusa all'uomo, ma piuttosto lo mette a posto. Si sente insomma sua pari, una cosa che accade a un po' tutte le donne del film. Oggi questo è anche più importante da raccontare perché siamo in un'epoca di transizione per la donna in cui gli equilibri devono trovare un nuovo assetto. Oggi le donne - continua Gastini, attualmente impegnata a teatro a Brescia con Il figlio di Florian Zeller - stanno giustamente chiedendo di più e hanno la responsabilità di questo cambiamento. Il caso di Giulia Cecchettin è emblematico perché la famiglia stessa si è fatta carico della situazione e ha giustamente reagito. Un segnale davvero importante".

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