Cultura

Gomez e Saldana, a Cannes il cambio di sesso è musical

Applausi a Emilia Perez di Audiard e a Cina triste di Zhang-Ke

Redazione Ansa

(dell'inviata Alessandra Magliaro)

Il mariachi sound sulla Montee des Marches al quinto giorno del festival di Cannes dà il ritmo giusto per Emilia Perez di Jacques Audiard, l'esperimento (riuscito) del regista francese del Profeta di attraversare i generi, dal musical al dramma familiare sullo sfondo dei cartelli della droga in Messico. Ma lo spiazzamento di Audiard ha un cuore Lgbtiq+ (si gioca la Queer Palma) perchè al centro della storia c'è un boss che cambia sesso per diventare Emilia Perez, sentimenti materni, generosità, impegno per i migliaia di desaparecidos innocenti finiti in fosse comuni per mano dei narcos, insomma una virata a U dal maschio tossico che era e un grande assist sull'attualità. E un tema, la nuova vita e la seconda opportunità che percorre da tempo e che gli fece vincere la Palma d'oro con Deepan. Ad interpretare Emilia Perez è la spagnola Karla Sofía Gascón, che fino alla transizione di genere nel 2018 si chiamava Carlos ed era popolare protagonista di soap latine. Sul red carpet stasera non era meno emozionata delle altre protagoniste Zoe Saldana e Selena Gomez.
    La prova di Audiard era molto attesa e non solo dai cinefili, la storia segue l'incontro destinato a cambiare la vita di entrambe tra l'avvocatessa Rita Moreno (Zoe Saldana) e il feroce narcoboss con due figli piccoli e moglie (Selena Gomez) barricati nella villa guardata a vista. Lui la sequestra per chiederle di organizzarle la nuova esistenza da donna, operazione a Tel Aviv in segreto e nuova identità.
    La Montee è stata eccezionale: oltre al regista con il solito panama bianco (ieri l'altro fedelissimo del copricapo, Coppola) e al resto del cast con Edgar Ramirez e Adriana Paz, c'erano i giurati Pierfrancesco Favino, Omar Sy che indossava un collier di diamanti che sembrava il classico furto di Lupin, Eva Green.
    E poi ancora la messicana Salma Hayek con il marito Francois Pinault (con Kering tra i produttori del film), Eva Longoria, Ron Howard, Carla Bruni, Charlotte Gainsbourg, Abel Ferrara, Leos Carax, James Franco.
    L'altro film del concorso è Caught by the Tides di Jia Zhang-Ke (in sala per l'Italia con Tucker Film prossimamente) e racconta la Cina degli ultimi venti anni, nel passaggio epocale tra vecchio e nuovo, il capitalismo che si affaccia potente e senza sconti sociali, le vecchie generazioni abituate a sentirsi parte di una comunità e le nuove confuse. Zhang-Ke, 53 anni, la sesta generazione del cinema cinese, regista di Still Life (Leone d'oro a Venezia 2006), non smette di guardare con occhi lucidissimi come si sta da quella parte del mondo che è diventata la prima potenza globale. Segue la storia di Qiao Qiao (Zhao Tao, musa e moglie del regista) e dell'amore per Guao Bin (Zhubin Li) che non dura come vorrebbe mentre tutto intorno a loro, in quella provincia dell'immensa Repubblica Popolare Cinese, sta cambiando. Ci sono le nuove case, i nuovi ricchi e i truffatori di sempre, c'è TikTok e i capannoni dove si dorme e si lavora, ci sono le nuove mode e il Covid che è uno tsunami ma su tutto c'è un'immensa disperata solitudine umana, che la tecnologia prova a mitigare. Qiao Qiao illumina i suoi occhi quando vede un robot umanoide che si rivolge a lei per darle forza. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it