Sul tax credit in riduzione, il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano "sta dando una sistemata, moralizzazione forse non è la parola più adatta ma è il senso. Ci sono stati in passato finanziamenti a pioggia, commessi errori e bisogna essere intellettualmente onesti per ammetterlo, dare un ordine - dice all'ANSA Sergio Castellitto - era necessario, certo rischia di tagliare le gambe ai produttori più fragili e mi sembrerebbe anche naturale andare verso una protezione per opere prime e seconde".
Intanto nella sala cinema del Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma, lo storico edificio razionalista che è la più antica scuola di cinema, dice: "Essere un giovane oggi non è facile, mi tremano i polsi" e non solo per l'accesso ai finanziamenti quanto per il contesto precario in cui si vive. Talmente precario che da presidente tiene moltissimo alla tre giorni Diaspora degli artisti in guerra (19-20-21 giugno, aperto a tutti) in cui "pur ammettendo l'inutilità del gesto, perché certo la guerra non la fermeremo da qui", ha messo su un programma vetrina di artisti da Ucraina, Israele, Siria e altri paesi e di dialogo. "Avremo Aleksandr Sokurov, Ali Asgari, David Grossman, Hagai Levi", anticipa oltre a Francesca Mannocchi, Stefano Savona, il cardinal Ravai e molti altri. "I giovani della Scuola con i loro docenti - dice - filmeranno tutto in un film testimonianza che potrà aiutarli anche a dare un senso alla loro professione". Il tema del cinema di testimonianza e memoria, al centro del progetto Diaspora, riflette una tendenza cinematografica che abita nei festival soprattutto, opere che nascono dal vissuto doloroso, censurato, impegnato degli stessi registi (l'ultimo esempio è il transfuga dall'Iran Mohammad Rasoulof con Il seme del fico sacro a Cannes). E che viaggia parallela al nuovo cinema d'autore che non disdegna il genere commedia, persino quella romantica, e attraversa i generi un tempo infrequentati come l'horror (sempre da Cannes la love story Palma d'oro, Anora di Sean Beaker e The Substanc di Coralie Fargeat con Demi Moore. "Il problema del pubblico in sala non si risolve solo con i film di qualità, lo devi strappare da divani, dove impera l'offerta delle piattaforme. La narrazione, la scrittura è cambiata e con questo bisogna fare i conti", aggiunge Castellitto.
In dialogo con lo scrittore Edoardo Albinati, presenti alcuni docenti come Alba Rorwacher, Daniele Luchetti, Antonietta De Lillo, Castellitto conferma l'interesse nella ricerca di una sala per la Cineteca (doveva essere il cinema Fiamma in un'operazione tenuta a battesimo dall'allora ministro Dario Franceschini con l'allora presidente Csc Marta Donzelli) da trovare tra le storiche capitoline e abbandonate. "Ma intanto pensiamo a queste mura storiche che con i soldi del Pnrr possiamo ammodernare, fedeli all'idea di investire qui dentro i soldi". (ANSA).
Castellitto, 'sul tax credit è giusto moralizzare'
Al Csc Diapora degli artisti in guerra con Sokurov e Grossman