Cultura

Cinema e Intelligenza Artificiale, progetti al via

Brigiano: 'Sarà lo strumento per un film su Bennato"

Treta , il corto di Francesco Siro Brigiano

Redazione Ansa

L'intelligenza artificiale nell'audiovisivo (e non solo) è un tema caldo, ha fatto scendere in piazza gli autori e gli interpreti americani, bloccato i set e se anche oggi una tutela maggiore nel contratto c'è, la preoccupazione del settore non scende. Il congresso americano, notizia di ieri, ha chiesto di sentire l'attrice Scarlett Johansson dopo che aveva denunciato che la voce usata dal colosso OpenAI per la voce di Sky, l'assistente virtuale dell'ultima versione di ChatGpt, assomigliava "sinistramente" a quella di Samantha, la seducente interfaccia femminile da lei interpretata oltre dieci anni fa nel film Her. Ma c'è anche chi, oltre ai rischi che corre il settore, prova a vedere un lato positivo, che è quello dell'utilizzo dell'IA come strumento per volare alto.
    Francesco Siro Brigiano, con il suo corto Treta, realizzato con l'intelligenza artificiale, ha trionfato all'AIFF di Dubai, the Artificial Intelligence Film Festival, organizzato da Expo City Dubai, un premio molto importante per il comparto. Ed è appena stato invitato, a inizio luglio, in Corea ad un altro.
    "Sono un filmaker da 15 anni - dice all'ANSA Brigiano, intervenuto nella seconda giornata dell'AVP Summit in Calabria - ho cominciato a sperimentare tre anni fa quando il fenomeno sembrava lontano dall'avversarsi. Per me è uno strumento per creare visioni ambiziose che non avrei potuto realizzare con i budget ridotti di cui posso disporre. Ci sono almeno 10 diversi software di Ai per creare contenuti, ma tutto parte dallo storytelling, dalla capacità di un autore di immaginare mondi.
    Io uso le mie skill di filmaker appassionato, scrivo, uso voci di attori veri, musiche composte come da tradizione, poi però mi servo dell'intelligenza artificiale per allargare l'orizzonte, per me non è uno spauracchio, sono io a usare lo strumento non il contrario, questa perlomeno è la mia esperienza".
    Sul tema dell'intelligenza artificiale si sono confrontati a Scilla, nell'Audio-Visual Producers Summit, John August, regista e produttore e soprattutto sceneggiatore WGI di alcuni dei film di Tim Burton come La sposa cadavere e La fabbrica di cioccolato, Damien Viel, Chief Digital & Marketing Officer Banijay Group, e Stefano Salvati (Daimon Film) produttore dei film del regista Francesco Siro Brigiano.
    Brigiano con Salvati sta preparando un progetto Rai su Edoardo Bennato. "Si tratta - anticipa all'ANSA - di un film documentario, con testimonianze, interviste a grandi personaggi della musica e di Napoli, che avrà anche ricostruzioni storiche e momenti in cui si userà l'intelligenza artificiale per ricostruire aneddoti della sua vita. Bennato ha approvato il progetto e lo segue con interesse".
Lo sceneggiatore John August esprimr così la sua preoccupazione: “Non è facile essere tutelati, la prima ad essere colpita dall’IA è la scrittura, e per questo siamo stati i primi a scioperare e a portare avanti la nostra battaglia.” E Damien Viel conclude: “Ci lavoriamo ogni giorno perché le regole cambiano rapidamente, ma dobbiamo costruire tutto dal nulla per tutelarci e tutelare tutte le figure coinvolte, affinché quello in cui lavoriamo con l’IA sia un ambiente sicuro. Bisogna fare partnership con tutte le migliori aziende del settore ed essere estremamente onesti su come useremo l’IA”.

Il panel successivo all'AVP Summit, che ha esplorato la rivoluzione nella produzione virtuale e nei contenuti digitali e le loro possibilità nell’audiovisivo, ha visto sul palco tre donne: Morgan Brun, Production manager La Planète Rouge, Manuela Cacciamani Fondatrice One More Pictures e Christina Lee Storm (effetti visivi di “Dragon Trainer 3 - Il mondo nascosto”, “Chronicle”, “Biancaneve e il cacciatore”), Fondatrice e CEO Asher XR.

Lee Storm ha sottolineato l’uso dei game enging che consente di visionare il rendering delle scene in tempo reale con un’ottimizzazione di tempi e costi ed enfatizzato la necessità di monitorare le diverse modalità di fruizione dei pubblici, soprattutto giovani, che sono in continuo cambiamento. Il virtuale è solo uno strumento che consente una velocità competitiva in un mercato in cui la domanda è in grande crescita, anche nell’animazione. E sull’ottimizzazione di tempi e costi ha insistito Morgan Brun che ha evidenziato anche la sostenibilità della produzione virtuale – non solo appannaggio delle major ma anche di piccole produzioni indipendenti. “Abbiamo aiutato a produrre dei progetti che era impensabile girare in luoghi inaccessibili sia per ragioni politiche che sanitarie, come nel periodo del Covid.” Manuela Cacciamani, ribadendo la necessità di uno studio costante in un settore che cambia ogni giorno – in ogni azienda bisognerebbe prevedere la figura dell’innovation manager - ha enfatizzato il valore e le opportunità offerti dalla tecnologia virtuale. Cacciamani ha invitato i colleghi produttori a intercettare una risorsa come i content creators, gli editori digitali, capaci di raggiungere un pubblico più ampio e più giovane, un’opportunità che potrebbe creare nuovi posti di lavoro: la sfida da superare ancor oggi è la scarsa conoscenza di questo settore in cui è necessaria formazione, ma anche controllo etico, regolamentazione e protezione dei minori.


   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it